Già subito Gesù pensa alla grande al pane

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 6,35-44)

Nella vita spesso siamo presi dalla fame, che si fa sentire per digiuno, per lavoro impegnativo sia materiale che intellettuale, per mobilitazione dei sensi su cibi che stimolano l’appetito.

Abbiamo però evidente anche un’altra fame: fame di verità, di ragioni per vivere, di espressioni di vita che allargano gli orizzonti oltre la nostra persona e ci permettono di desiderare una compagnia di amici, o di essere solidali con loro per altri che ne hanno bisogno.

Gesù si sorprende di trovare sul lago tanta gente che si dimentica pure di mangiare per sentire la sua Parola, le sue parole, per godere della sua persona che dà fiducia, apre alla speranza.  

E fotografa in maniera commovente questa gente: ebbe compassione perché erano come “pecore senza pastore”.

Sperimenta già subito che la messe è molta e mancano operai, manca gente capace e volonterosa di farsi carico di questa domanda, di questa apertura degli uomini del suo tempo al regno di Dio e invece di prendersene cura continua a mantenerli nella loro inedia.

Ma comincia subito dalla fame materiale, dal bisogno di pane e companatico per poter rinfrancare dalla fame, con concretezza, osando turbare anche il suo gruppetto di apostoli che sono convinti di applicare un’altra soluzione.

“Congedali… comperiamo coi soldi il pane necessario, piuttosto che dare se stessi, senza limiti, come l’amore che fa miracoli, se si comincia anche col poco che si ha.   

Molto concreti gli apostoli, ma troppo meschini, troppo legati a speranze chiuse, già ben sigillate in un unico obiettivo che toglie agli stessi apostoli, il senso più profondo di quello che sta facendo Gesù.

Lui scava nel bisogno di pane, nella fame di ogni persona finché giunge là dove il corpo e lo Spirito si danno appuntamento per la salvezza globale dell’uomo e della sua dimensione profonda.

Si intravede già  l’offerta di un altro pane, il dono dell’ultima cena, il pane vivo disceso dal cielo: Luca infatti usa gli stessi verbi che saranno pronunciati sul pane e sul vino all’ultima cena e che si diranno sempre per continuare la sua presenza nella vita di ogni popolo, di ogni persona da qui all’eternità. Prese il pane, levò gli occhi, pronunciò la benedizione, spezzò i pani e li diede….  

E’ l’eucaristia, è la sua morte fino all’ultima goccia di sangue, è il suo corpo spezzato per noi e il suo sangue versato per noi. 

8 Gennaio 2020
+ Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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