Una riflessione del Vangelo secondo Marco (Mc 2, 13-17)
La nostra vita è fatta di accoglienza dei doni che Dio ci ha dato: la salute, la gioia di vivere, un lavoro, una famiglia, tanti sogni e desideri, e spesso anche tante difficoltà, tante strade da percorrere e da scegliere.
Non siamo automi, abbiamo una libertà da educare, da difendere e da vivere: Ci si impone spesso una scelta “decisiva”.
Qualcuno sembra abbia deciso bene, se ne sta tranquillo a fare i fatti suoi, a un certo punto però si accorge che c’è qualcosa che non quadra nella vita oppure viene posto di fronte con evidenza a una luce, a una intuizione, a una verità che gli fa cambiare radicalmente strada, gli si aprono gli occhi, percepisce dentro una voce, una spinta che non lo lascia tranquillo.
Matteo era uno di questi: Pacifico, stava a contare i suoi soldi in banca, aveva un “lavoro fisso”, era disprezzato da tutti perché se la intendeva per forza di cose con i romani, che occupavano la Palestina; un avvenire sicuro, una cerchia di amici della stessa risma che gli faceva da cortina di fumo per non vedere i problemi, qualche bella cena, qualche buona avventura e guadagno sicuro.
Ma un giorno gli capita al banco, dove sta contando euro a non finire, Gesù: E Gesù punta su di lui lo sguardo, il dito, la sua persona, la sua voce perentoria, tutto il suo fascino e gli dice: Seguimi!
E lui alzatosi, messosi dritto davanti a Gesù, davanti alla vita, davanti a un nuovo futuro, nella dignità di tutta la sua umanità, messa in discussione da questo invito, lo seguì.
Continua ancora la sua vita di relazione, ha ancora i suoi amici, sicuramente deve giustificare loro perché abbandona la sua ricca posizione sociale per correre dietro a un predicatore che non si sa quanto raccomandabile sia; sta di fatto che vuole che Gesù incontri questa sua potente fasciatura, tutto il mondo di pubblicani che lo accerchia.
E Gesù va con grande scandalo dei benpensanti a mescolarsi con ogni fondo di galera, va a sradicare certezze e a portare la sua speranza.
Gesù non disdegna nessuna delle nostre mense, si fa compagno di tutti, non ha paura, vuole solo la nostra felicità: Ci vede spaesati, ma lui ci aiuta ad alzare lo sguardo al cielo.
Il perdono, l’accoglienza di chi ha sbagliato, di noi che non ce la facciamo a fare della nostra vita un dono, ma spesso operiamo ricatti, se non estorsioni di ogni tipo, di affetto, di danaro, di posizione sociale, di amicizie, di interessi.
Se Dio intuisce, e sappiamo che ci conosce bene, che nel nostro cuore c’è anche una piccola feritoia di pentimento, entra subito e ci porta perdono, amicizia e gioia.
18 Gennaio 2020
+Domenico