Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 2,23-28)
C’è stato un tempo in cui tutto il nostro comportamento era definito da leggi, regole, precetti: Per la vita morale si mettevano in evidenza i comandamenti, per la vita sociale c’era una galateo o buona educazione che prevedeva regole minuziose.
Poi la spontaneità ha cominciato a dilagare, ma con la spontaneità anche la diseducazione, lo smarrimento, la mancanza di rispetto e l’incapacità di vivere serenamente assieme.
Nel formarci una propria personalità e nell’edificazione di sè come soggetto umano maturo ed adulto, la legge, le norme, le regole hanno un ruolo ineliminabile: insegnano a non rimanere prigionieri delle proprie pulsioni e dei bisogni immediati e danno, così, l’accesso alla vera libertà.
Se la legge diventa un idolo, fine a se stessa si trasforma in una gabbia, toglie la verità ai fatti, fa prevalere una visione ideologica, non vera della vita, dà la stura a partiti presi, a incapacità di ragionare sulla verità.
Era diventato così l’attaccamento al sabato da parte di molti ebrei al tempo di Gesù.
Il sabato per loro, come per noi la domenica, è un giorno grande, bello, rappresentativo.
Era l’irruzione del tempo sacro nel tempo profano, il giorno della pace donata da Dio, della pienezza della visione della gioia del suo volto, segno del tempo finale.
Invece un po’ alla volta divenne una legge, come la nostra domenica che è diventata un precetto anziché essere un regalo di Dio, una finestra aperta sull’eternità.
Gesù riporta invece tutto alla centralità della persona umana.
La religione non è un insieme di riti, di osservanze, di precetti, di obblighi, ma è un aiuto alla verità piena dell’uomo.
L’uomo non è per la legge, non è per il rito, non è per l’autorità o le istituzioni.
Tutte queste realtà sono dei valori, ma sempre relativi all’uomo.
Al sistema di osservanze esteriori Gesù oppone una religione fondata sull’amore e sulla libertà.
L’equilibro non è facile, va sempre cercato nel massimo della verità di se stessi.
Se questo principio salta si diventa fanatici, si fa della religione un motivo di guerra, si creano talebani disposti anche a uccidere per salvare le strutture.
Noi cristiani fondiamo la religione sull’amore e per amore siamo capaci anche di morire, mai di far morire.
Abbiamo l’esempio in Dio, che ci ha amato fino al dono supremo della vita, per non abbandonarci mai.
21 Gennaio 2020
+Domenico