Crudezza e voltastomaco di un martirio

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 6, 14-29)

Il martirio di Giovanni Il Battista ricorre nella liturgia eucaristica di un anno non poche volte e ci sconvolge sempre tutti la crudeltà dell’esecuzione: il contesto di una grande festa alla corte di Erode e la grande cattiveria di Erodiade.

La scena è rappresentata in tutta la sua crudeltà dal Caravaggio soprattutto nel grandissimo quadro (m 5,6 x m 3,20) che fa da pala dell’altare maggiore del Duomo di Malta. 

Martirio di San Giovanni Battista - Caravaggio

Compaiono nella tela il carceriere imperterrito, il boia che s’appresta a vibrare il colpo finale, una giovane che porta un bacile su cui raccoglierà la testa del Battista e una vecchia con le mani al volto per l’orrore; sulla destra, poi, due carcerati assistono da una grata alla scena. 

Ecco .. in questo quadro lo spazio in cui le figure  vengono rappresentate è grandissimo, la scena è immersa nella penombra e il sopravvento l’ha il grande vuoto in cui tutta l’azione viene rappresentata.  

Il Santo è colto negli ultimi spasmi di vita, con le mani legate dietro le spalle, il vestito che si intuisce è fatto dalle sue solite vesti di peli di cammello  intrecciati e da una tunica rossa che richiama la tunica che suo cugino, Gesù, presto indosserà nella prigione della flagellazione e che porterà fino al Calvario. 

Nella mente di Erode è già presente il disegno di ammazzare anche Gesù, dopo che si è messo al sicuro nella contestazione quotidiana del Battista. 

Ma il piacere glielo hanno anticipato i sacerdoti del tempio. 

Al centro della composizione ci sta quel pugnale corto, detto “misericordia“, col quale il boia s’appresta a staccare la testa dal busto; al di sotto del Santo la spada con cui era stato scagliato il primo colpo, mentre una corda recisa e fissata ad un anello sulla parete, a destra, fa intuire cos’era successo qualche istante prima, quando il Santo era stato slegato e portato avanti. 

Il muro vuoto della prigione interrotto dalle inferriate, i due prigionieri che osservano la scena ed il tono cupo dell’opera rimandano ad una spietata esecuzione, eseguita alle prime luci dell’alba. 

Questa cruda rappresentazione, su cui mi sono soffermato non poco,che sotto consiglio di san Carlo Borromeo è stata cosi icastica e verace, perché era invalsa ormai la mentalità che tutti i santi e anche i martiri dovevano essere ritratti senza la minima espressione di dolore tragico … ecco, questo è solo un assaggio della sconvolgente impressione che ha fatto e fa sempre questo racconto evangelico. 

… e per non  fare solo gli spettatori, ci immergiamo anche noi, prendiamo il nostro posto di adulti per esempio, che nel confronto dei giovani siamo sempre bravi a non apprezzare o a strumentalizzare.

Non sembrava vero a sua madre di chiudere sua figlia nel suo odio crudele, anziché aprirla a un futuro migliore del suo presente … oppure il posto di giovani che non sono capaci di reagire perché non allenati alla ricerca della verità, ma soltanto alla accondiscendenza.  

Questo quadro può fotografare la nostra vita.

7 Febbraio 2020
+Domenico

Decollazione di san Giovanni Battista (Caravaggio)dipinto di Caravaggio

La Decollazione di San Giovanni Battista è un dipinto di Caravaggio realizzato in olio su tela nel 1608. Grazie a questa opera Caravaggio ottenne l’onore della Croce di Malta. Quest’opera è conservata nell’Oratorio di San Giovanni Battista dei Cavalieri nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta (Malta). Quando il pittore fuggì dall’isola poco dopo, la bolla con cui veniva radiato dall’ordine fu letta proprio davanti a questo quadro.

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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