Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 7, 24-30)
A chi crede in Dio non può mai mancare niente, non manca la sua Parola per illuminare la vita, non mancano i sacramenti per sostenere il cammino quotidiano, non manca una comunità che ti accoglie, non manca l’Eucaristia come cibo che rinforza, non manca la speranza che nasce dalla fede, non manca una visione positiva della vita che ti permette di affrontare con serenità il tuo futuro.
Tutto questo il vangelo lo chiama il pane dei figli, per significare che se viviamo da figli di Dio possiamo contare su di lui in ogni momento, in ogni prova della vita.
Molti invece sono senza niente; hanno domande profonde, ma sbagliano le risposte, hanno sete di Dio, ma vanno alla sorgente sbagliata per trovare ristoro; hanno desiderio di felicità e credono che si trovi nella droga o nell’alcool; desiderano amore e invece si adattano a comperarlo. Forse era questa la situazione di quella donna greca, quindi non ritenuta nel numero dei figli d’Israele e quindi tagliata fuori dalla fede e dalla religione ebraica, che si gettò ai piedi di Gesù, disperata per la possessione demoniaca della figlia. Lei non aveva diritto al pane dei figli e Gesù per provarla glielo ricorda.
Ma questa donna ha grande desiderio di avere questo pane, gliene bastano alcune briciole, dice a Gesù. A lei che non fa parte del popolo eletto, ma che ha capito che è lì, in Gesù, che sta la salvezza, ha dentro una certezza, ha capito che i limiti che l’uomo pone, le ingessature, che si fanno di Dio per comodità, devono saltare.
Che significa che io non posso venire a contatto con un dono di Dio che per definizione è di tutti? E’ tanto il bisogno suo e dell’umanità di una persona come Gesù che tutte le appropriazioni di lui, gli accaparramenti di lui, da parte di chicchessia sono una ingessatura di Dio, un tentativo sbagliato dell’uomo di privatizzare Dio per alcuni pochi privilegiati.
E Gesù che l’ha provocata le concede il miracolo, proprio perché ne ha visto la fede e la lucidità con cui la vive.
Nessuno oggi pensa che il vangelo sia eredità di alcuni pochi privilegiati, ma spesso il modo di costruire relazioni nella chiesa, tra i cristiani, il modo di accostarsi alla fede da parte di molti di noi è diventata una abitudine che non ci fa percepire che abbiamo sempre a disposizione il pane dei figli.
Ci serve qualcuno che vive di briciole per capire quanto siamo amati e come Dio non ci abbandoni mai.
13 Febbraio 2020
+Domenico