O Signore, per noi sei proprio un Papà

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15)

La preghiera è un atteggiamento tipico di ogni uomo: Ciascuno di noi prega qualche volta nella vita.

E’ una reazione spontanea a un momento di dolore, un canto per un momento di gioia: insomma, sentiamo che la vita non ce la siamo data noi, il mondo non è opera nostra; ci sentiamo “regalati” in ogni momento.

Chi pensa al caso forse può fare a meno di pregare … allora si affida spesso alla scaramanzia, alla magia, alla fortuna, a un caso benevolo, che non osa pensare come un papà, perché gli sembra una “debolezza razionale”.

Gesù pregava molto e passava notti in dialogo con Dio.

Faceva impressione ai suoi discepoli vederlo assorto e beato in Dio, nelle notti di luna, come sarà quella del Getsemani, nelle sere estive, quando stanchi venivano invitati a stare con lui … tanto che gli hanno chiesto: “Tutti gli uomini che hanno seguito un maestro, un profeta, una figura che a loro rappresentava il Signore, hanno insegnato preghiere, perché noi dobbiamo farne a meno? insegnaci a pregare!”

E ne è nata una preghiera che ogni cristiano ha imparato e che a fior di labbra ogni tanto diciamo.

Padre nostro, né solo mio, né solo tuo, ma di tutti noi che viviamo su questa terra, di quelli che ci hanno preceduto e che ci seguiranno.

Per noi sei un papà.

Ci sentiamo bisognosi di essere sorretti dalle tue braccia forti e amorose, ci possiamo perdere, ma vogliamo essere sicuri che fuori dalle tue braccia non cadremo mai.

Abbiamo un padre e una madre che Tu ci hai regalato, ci sostengono nella vita, ci accompagnano, ma poi ci devono lasciare soli.

Anche noi diventiamo padri e madri a nostra volta, facciamo fatica ad esserlo sempre come vuoi Tu, per questo delle Tue braccia solide abbiamo sempre bisogno.

Sappiamo di stare a cuore a Te, sappiamo che non ci abbandoni, anche quando non riusciamo a capire che cosa ci capita nella vita, quando siamo provati da sofferenze che pensiamo ingiuste e inutili, insopportabili e esagerate.

Ma sappiamo che anche Tu da Padre hai visto soffrire tuo figlio e non lo hai abbandonato: lo hai sorretto e gli hai dato la risurrezione, gli hai regalato una vita piena, inimmaginabile, la vita che vuoi dare anche a tutti noi.

Non conosciamo la Tua Volontà: Tu reggi il mondo, Tu non sei amato da tutti, molti ti odiano e ti offendono, ma sappiamo che Tu vuoi a tutti solo bene e la Tua volontà è sempre e solo amore nei nostri confronti, anche se non riusciamo a capirla e a viverla, e vorremmo che questa sia sempre fatta.

Siamo sempre in attesa del Tuo regno, di un mondo nuovo, e la nostra vita è molto “terra-terra”, concreta: ogni giorno dobbiamo mangiare, vivere in luoghi di pace, in case che ci fanno da tenda, in cui ciascuno può trovare un pane; dacci la gioia di costruire assieme a Te questo regno che Tu ci regali oltre ogni nostro merito.

Spesso ti tradiamo, fuggiamo, da Te: Tu non ci lasciare nel nostro male, ma rialzaci sempre e anche noi ci daremo da fare per chi, per fragilità o per ostilità, ti vuol dimenticare.

Tu tienici sempre come tuoi figli, noi ci fidiamo di Te, perché Tu non ci abbandoni mai, in nessuna tentazione che la vita ci costruisce e con la quale ci alletta.

3 Marzo 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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