Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 20-22) dal Vangelo del Giorno (Mt 5, 20-26)
<<Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.>>
I rapporti tra di noi spesso sono senza un minimo di gentilezza, di rispetto, di accoglienza reciproca: sono i toni della vita di relazione in famiglia, tra gli amici, a scuola o sul lavoro, spesso nella politica o nel mondo degli affari.
Tante persone sono sempre in lite: Liti verbali, si dice, ma sicuramente di rapporti tra di noi avvelenati si tratta.
Non è questione di galateo, anche se un po’ di educazione non guasterebbe, ma di dignità delle persone: E’ sempre violenza che si scatena e che pone le basi per una impossibilità di convivenza pacifica.
Il discorso della montagna, invece, parte da un altro punto di vista: non sta a vedere quali sono i comportamenti essenziali per poter sopravvivere in rapporti “passabili”, ma ci dice che siamo tutti figli di Dio, che il nostro ideale è la perfezione di Dio Padre.
Per questo l’ira con il proprio fratello è un omicidio del cuore.
Se l’altro è il nemico da abbattere, non è più un fratello e quindi io non sono più figlio.
Il disprezzo è già l’uccisione dell’altro; descrivermi l’altro dentro di me come non degno di vivere è già prepararne la morte.
Fanno così tutte le campagne che vogliono accreditare la guerra: inventano delitti orribili, nefandezze, stragi, avvelenamenti … che il nemico dovrebbe aver fatto così che si è autorizzati a uccidere; Descrivono l’altro, il fratello come un assassino, un “senza cuore”, un ingiusto per poter avere il diritto di ammazzarlo.
Ma l’altro è sempre un fratello, è sempre un figlio di Dio come me.
Per vivere da fratelli occorre fare un salto di qualità nei rapporti: è necessario passare dalla sopportazione o dallo stare “appena assieme”, all’amore, e Gesù nel vangelo si propone con grande autorità: Qui si vede che è il Figlio di Dio, non un profeta qualunque.
Gesù si esprime come un legislatore della nuova legge: <<Avete sentito che fu detto … ma io vi dico>>.
Un profeta non si poteva permettere di parlare in prima persona, doveva sempre e solo riecheggiare nei suoi discorsi la Parola scritta, o se non altro il parere dei più grandi interpreti di essa: era un “mandato” che trasmetteva.
Invece Gesù è l’inviato, il Cristo che ha la stessa autorità di Dio.
Questa sarà la grande accusa per farlo morire, ma questa è la consolante verità che ci consegna Gesù come il Figlio dell’eterno Padre, il Salvatore, il Dio che non ci abbandona mai.
6 Marzo 2020
+Domenico