Del tuo prossimo o dici bene o non parlare

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 6, 36-37) dal Vangelo del Giorno (Lc 6, 36-38)

«Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;»

Siamo passati da una vita contadina, piuttosto controllata in tutto a una vita cittadina in cui la gente giustamente va e viene senza sentirsi continuamente “catalogata dagli altri.

Si è creato un anonimato di troppo, ma sicuramente più libertà.

Sembra però che non sia cambiato il vizio di giudicare gli altri, di farsi una idea preconcetta e di continuare a vivere di pregiudizi.

Artisti in questo sono i giornali, che ti dipingono una persona come vogliono, e te la fanno passare per l’immagine che ne hanno creato.

Così sono per esempio i giovani visti dagli adulti e spesso anche viceversa, così sono gli immigrati, visti dai residenti, così chi è vestito in un certo modo che viene valutato per come si “addobba”, così sono i cattolici nei confronti del dibattito pubblico.

Insomma, il problema, essenzialmente, sta nel non avere mai il coraggio di parlarsi di comunicare personalmente, di guardarsi negli occhi, di stare ad ascoltarsi: I nostri mezzi di comunicazione in questo sono conniventi

Il Vangelo invece dice che non si deve assolutamente MAI giudicare.

Si possono avere idee molto precise sui fatti in se stessi, ma per le persone occorre sempre avere grande rispetto.

Ognuno ha la sua coscienza, che è in dialogo profondo intimo con Dio, ognuno ha il suo tribunale interiore che lo giudica, che lo mette a nudo di fronte a se e a Dio.

Noi dobbiamo solo avere il massimo rispetto e la massima apertura di comunicazione, per poterci aiutare l’un l’altro a vivere e a sperare.

Del tuo prossimo, o dici bene, o non parlare. 

Non giudicare significa essere come un papà, che accetta senza condizioni suo figlio.

Non aspetta di farsene un’idea per volergli bene, non fa analisi, ricerche, appostamenti per volergli bene.

Il voler bene è un atto sempre unilaterale: Così lo deve essere di ciascun uomo verso l’altro.

Non giudicare significa che ho sempre le braccia aperte all’accoglienza, senza condizioni.  

Alla fine della vita, quando si compirà la nostra storia e appariremo davanti a Dio con tutta la verità della nostra vicenda, Dio ci leggerà il suo giudizio, ma la sua bontà è tale che Lui lascia scrivere a me il giudizio che leggerà, che definirà la mia vita davanti a Lui per l’eternità: ed è lo stesso che io oggi formulo sul mio fratello.

Non giudicare però è ancora troppo poco, l’amore di Dio sovrasta giudizio, colpa e condanna  con il perdono, proprio perché Lui non ci abbandona mai.

Può sembrare qualcosa di Dio, di non vero, ma se non arriviamo al perdono, non sapremo mai stare assieme.

9 Marzo 2020
+Domenico

   

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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