Il perdono non è la quantità di una concessione, ma la qualità della vita di Dio

Una Riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 18,27-27) dal Vangelo secondo Marco (Mt 18, 21-35)

<<Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito>>.  

Pietro è in crisi: si sente sempre umiliato e deve solo perdonare.

Fa una ipotesi: Perdono 7 volte, che è già il numero della pienezza.

Gesù rilancia con una moltiplicazione esagerata 70 volte 7, invece!

 Ci rappresenta un po’ tutti questa parabola … che narra di quel servitore perdonato alla grande dal suo creditore, che fa lo strozzino con un suo debitore che in confronto gli deve solo quattro miseri spiccioli: vagonate di oro era il suo debito, pochi soldi il suo credito.

Questa è la nostra fotografia di fronte a Dio: il nostro debito verso di Lui è senza misura e Lui se lo carica tutto sulle spalle e ce lo cancella.

Siamo stati perdonati, ma non abbiamo ancora capito che cosa è il perdono, non lo abbiamo ancora accolto, ci è rimasta dentro una mentalità da schiavo, calchiamo sempre con i nostri passi il perimetro della prigione che ci siamo fatti allontanandoci da Dio.

Siamo abituati a vivere in una pozzanghera e non sappiamo renderci conto del mare aperto: giochiamo ancora con le barchette di carta.   

Chi ci permette di accettare la pienezza del perdono è lo Spirito Santo.

Dio ci fa liberi, noi a mala pena ci sentiamo liberati: abbiamo ancora addosso tutta la fasciatura del male, tutta la nostra mentalità da galeotti, da gente che deve sfruttare le occasioni, deve calcolare, deve farsi rincrescere la bontà.

Siamo ancora ammalati di delirio di onnipotenza: il modello di ragionamento non è affatto cambiato.

Quello che lo strozzino descritto nel Vangelo fa al suo debitore è ancora legato al suo infame “ti restituirò tutto”, pur sapendo che non poteva muovere niente.

Il suo comportamento è evidentemente crudele, ma è più sottile e infido di quanto pensiamo: crede di essere già un salvatore, ma non ha ancora capito di essere un salvato; crede di essere un comprensivo e non ha capito di essere un perdonato … uno che accoglie e non ha capito di essere stato accolto; crede di essere giusto e non ha capito di essere stato giustificato; credere … uno che può esprimere amore, ma non ha capito che è stato tanto amato!

Ma salvatore, comprensivo, accogliente, giusto, amabile è Dio, non Lui: non ci passa nemmeno per la testa che queste qualità devono essere d’ora in avanti le nostre, che il dono più grande del perdono è il cambiamento del cuore

Proprio per questo il perdono di Dio è legato al nostro perdonare, è quel gesto di Dio che è legato indissolubilmente alla nostra libertà.

Dio non riesce a perdonare se nella nostra libertà non ci lasciamo cambiare dal suo perdono.

Il perdono, “torna indietro” … e toccherà ancora a Dio riprenderci perché Lui non ci abbandona mai. 

17 Marzo 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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