Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5,18-19) dal Vangelo del giorno (Mt 5, 18-19)
<<In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.>>
Siamo in un tempo che non ama troppo le norme, le regole.
Vogliamo essere noi regola a noi stessi, non ponendocene nessuna perché spesso viviamo alla giornata e navighiamo a vista.
Certo, la spontaneità è un grande valore e una grande forza e non deve essere repressa, perché la vita è spontaneità; la vita tanto più è «vita» quanto più sgorga liberamente da se stessa, quanto più è audacia ed avventura imprevista, e quanto meno è «borghesemente» indirizzata su vie già sperimentate che danno sicurezza.
E’ giusto rifiutare e condannare la coercizione nelle nostre attività.
Purtroppo ci siamo costretti dall’isolamento e dal senso di impotenza che provengono dal vivere in una società come la nostra: è giusto rifiutare e condannare l’attività dell’uomo-automa, attività che si riduce ad assimilazione di modelli suggeriti dall’esterno; è giusto proporsi l’obiettivo di una libera attività del proprio io che sia espressione di tutto l’essere, della personalità e della piena integrazione tra le diverse sfere della vita, intellettuale, affettiva, sensitiva …
Ma questa, ci tengo a sottolineare, è una faccia soltanto della realtà.
L’altra faccia è il rischio di andare «oltre»: di far scadere cioè la spontaneità e l’originalità a instabilità, irrequietezza, disordine ed anche a cattiveria e malvagità.
Da questo rischio ci salva la «norma», la quale dà alla nostra vita un ordine, la inserisce in una sintesi.
Gesù ai suoi ascoltatori appare rivoluzionario: ha autorità per andare oltre le mille leggi che il pio ebreo si trovava a dovere osservare, ma sa che nella strutturazione di una propria personalità e nell’edificazione di sè come soggetto umano maturo ed adulto, la legge, le norme, le regole hanno un ruolo ineliminabile: insegnano a non rimanere prigionieri delle proprie pulsioni e dei bisogni immediati e danno, così, l’accesso alla vera libertà, sono il punto di arrivo di una paziente azione educativa di Dio nei nostri confronti.
Interessane quanto diceva Bonhoeffer: Gesù vuol dire due cose, che l’essere legato alla legge non significa ancora essere obbedienti, ma anche che il fatto di essere legati alla persona di Gesù, senza esserlo alla legge, vuol pure dire essere obbedienti.
La legge protegge il bene comune, ma protegge anche la libertà personale, la quale altrimenti sarebbe soggetta ad ogni forma di violenza, perché il bene supremo per gli umani non è la libertà: è l’amore.
E Dio proprio questo è venuto a testimoniarci, per questo non ci abbandona mai.
18 Marzo 2020