Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 12,29-31) dal Vangelo del Giorno (Mc 12, 28-34)
<<Qual è il primo di tutti i comandamenti? ”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.>>
La necessità di semplificare, non di fare i sempliciotti, oggi è assolutamente necessaria: in un mondo pieno di informazioni, invaso da immagini, destabilizzato dall’esasperazione delle emozioni e dei sentimenti è necessario avere qualche punto fisso da cui guardare la vita; soprattutto è necessario avere capacità di sintesi, cioè la possibilità di dare unificazione al nostro pensare.
La vita non è una somma di fatti, un susseguirsi disordinato di eventi, ma è una storia, composta di avvenimenti nella coscienza di ciascuno, un filo d’amore che Dio tesse nella vita di tutti e tocca a noi intercettare, rendere consistente, offrire come corda di solidarietà a tutti.
Così è della nostra vita cristiana.
C’è un punto unificatore di tutto?
Esiste una scelta di base che dà significato a tutta l’esistenza, che permette di valutare e rivedere, di riorientare e ritrovare forza … dopo le immancabili cadute e defezioni? Dopo lo smarrimento e la debolezza dei nostri comportamenti?
C’è nel cristianesimo un principio base che giudica tutte le alterne vicende della nostra vita? L’aveva anche il popolo di Israele, era lo shemà israel: ricordati, ascolta Israele, il Signore Dio nostro è l’unico Signore.
Anche Gesù lo ha imparato dalle labbra della mamma, lo ha ripetuto tante volte quando andava in sinagoga come ogni bambino ebreo e lo ripropone carico della novità assoluta dell’amore di Dio fatto carne in Lui, al nuovo popolo dell’alleanza, a tutti i cristiani che erano allora, che sono e che verranno.
Ama Dio e ama il prossimo.
Non fare separazioni che sarebbero ben comode, non fissarti su uno o sull’altro se vuoi rispondere seriamente alle esigenze che io ho seminato in te: ti ho messo dentro una nostalgia di Dio grandissima e non sarai felice se non la seguirai; ti ho messo dentro una assoluta necessità di stare con gli altri, di amare e vivere in pace con tutti gli uomini e la loro compagnia ti sarà strada di felicità se li amerai.
Sono un unico amore, ma attento: non li separare mai, non viverli mai “in alternativa”, non dare all’uomo quel che è di Dio e non depositare in Dio quello che devi assolutamente ai tuoi simili.
E’ un riferimento semplice, ma è impegnativo, come si è sempre impegnato Dio per noi, perché Lui è un Dio non ci abbandona mai.
20 Marzo 2020
+Domenico