Una riflessione dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,13) dal Vangelo del Giorno (Lc 18,9-14)
<<Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.>>
Proviamo … a fare la preghiera del peccatore che sta in fondo alla chiesa e che non osa alzare lo sguardo a Dio:
“Signore, sono di nuovo qui davanti a te … L’ultima volta ti avevo promesso che sarei cambiato, mi ero pentito veramente, me ne ero partito da te con nel cuore la gioia del tuo perdono … ho osato dire a me stesso che ce l’avrei fatta, avevo ormai toccato il fondo e potevo contare su un cuore diverso … avevo sperimentato la tua bontà e ho creduto di potercela fare; invece, sono di nuovo tornato alla mia miseria e sono qui perché l’unica gioia che provo nella vita è il tuo abbraccio, la tua bontà che mi accoglie sempre.
Non ti voglio promettere che d’ora in avanti sarò bravo, perché non mi fido più delle mie forze, ma voglio dirti che ti voglio bene, che senza la tua decisione di amarmi sempre, io sarei un fallito.
Mi sento indegno di questo tuo amore … non perdere tempo con me, aiuta invece chi ti può promettere sequela e ti esprime gratitudine.
Ho sempre ancora creduto di essere io il centro della mia vita: mi sono fatto legge a me stesso, ma ora non ne posso più; se mi prendi con te io ritorno!
Mi hai dato un corpo e l’ho disfatto;
mi hai dato un cuore, e l’ho venduto;
mi hai dato intelligenza e l’ho sperperata a costruire tranelli per i buoni; mi hai fatto per amare e io mi sono specializzato nell’approfittare;
mi hai dato una vita pulita e io c’ho scritto dentro tutte le mie carognate.
Sto vivendo una storia d’amore, ma è più l’egoismo che so esprimere che il dono, e il brutto è che sono sempre alle solite: mi lascio usare e sfrutto nello stesso tempo.
Mi voglio riempire gli occhi di te, mentre abbracci il tuo figlio, che ti ha abbandonato e che ritorna: fammi godere della festa che gli prepari!
Mi incanti quando ascolti la supplica della vedova, che ha fiducia solo in te; ti voglio ascoltare mentre parli agli uomini dalla montagna e dici loro che sono felici, perché Tu sei la loro Gioia.
Ho anch’io quattro amici che sono disposti a scoperchiare il tetto di una casa per depositarmi davanti a te, ma li ho traditi un’ennesima volta e mi hanno giustamente lasciato.
Ti ho spiato nell’orto del Getsemani, e mi hai fatto paura, ma ho visto l’abbandono nelle braccia di tuo Padre: Apri anche a me queste braccia!
Vorrei anch’io essere preso per mano da te come hai preso per mano il cieco: mi riempi di speranza quando fai cadere le pietre dalle mani dei lapidatori.
Ci sarà una strada che mi porta fuori? Posso sperare in un colpo d’ala che mi aiuta ad abitare quel cielo che tu mi rappresenti?
Io sono del genere dei “senza speranza”, sto cercando di capire che sei tu l’unica mia speranza, il Dio che non mi abbandona mai … “
21 Marzo 2020
+Domenico