Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 4, 43-54)
Proprio perché siamo persone umane, siamo consapevoli che nelle nostre vite dobbiamo sempre destreggiarci tra condizionamenti vari, culture di provenienza, mentalità della gente … è naturale, non siamo individui, ma persone, sempre in relazione.
Dobbiamo però conquistarci la nostra libertà, tutta quella possibile.
Gesù in Galilea non riusciva a sfondare con la sua predicazione, tanto da dire che nessuno è profeta in patria, perché tutti ti danno per scontato.
Gesù ha avuto più fortuna in Samaria che in Galilea, ma ritorna a Cana dove aveva compiuto il suo primo segno-miracolo dell’acqua cambiata in vino e vi incontra un ufficiale del re preoccupato per suo figlio ammalato, e ha paura che muoia.
Puoi essere noto, potente, ben stipendiato, pure fortunato negli affari, importante per posizione, ma quando hai davanti la morte, ti cascano tutte le tue sicurezze e cerchi una via di uscita, e spesso nemmeno ci ragioni troppo sul tipo di via.
Evidentemente questo ufficiale aveva sentito ciò che Gesù aveva fatto in Giudea ed era convinto che potesse fare anche qualcosa per suo figlio.
Così, ancora una volta, Gesù si trovò davanti alla richiesta di un miracolo.
Già conosceva la gente del luogo: sempre pronta al meraviglioso, al miracolo, alla fama, ma non certo alla conversione.
Questo ufficiale viene da Cafarnao, abbastanza distante da Cana e Gesù osa chiedergli tutto, soprattutto una fede, pure molto interessata, perché si tratta della vita di suo figlio, ma capace di sconvolgergli il modo di pensare, di vivere, la sua posizione sociale.
Gesù ne vede l’angoscia, l’atteggiamento umile di un ufficiale, il costo che pagava nella considerazione della gente, ma anche la fiducia in lui.
Gli dice un perentorio <<va, tuo figlio vive>>: lo invita a credere solo nella sua parola.
Quell’uomo non si trovò quindi davanti ad un miracolo visibile, non poteva verificare immediatamente se il segno di Gesù era avvenuto oppure no; avrebbe creduto anche senza vedere il segno con i suoi occhi oppure sarebbe stato come la maggior parte dei connazionali di Gesù che continuavano a volere vedere segni eppure non credevano? Doveva scegliere!
Il Vangelo dice: <<credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino>>. Gesù aveva già fatto segni a Cana, ma gli uomini non si accontentano mai: «Se non vedete segni e miracoli, voi non crederete».
Purtroppo spesso è questa la nostra condizione di uomini e donne ancora oggi: Molti vorrebbero vedere continui segni e, tuttavia, continuano a non credere in Gesù.
Ma questo secondo segno a Cana aveva prodotto una fede genuina nel cuore di quell’ufficiale del re.
Prima ancora di vedere il segno, egli aveva creduto alle parole di Gesù: «Tuo figlio vive»: Questo rende quell’ufficiale un esempio di fede per noi.
Infatti, egli credette a Gesù sulla parola come siamo chiamati a fare anche tutti noi.
E noi siamo disposti a credere a Gesù sulla parola … o siamo di quelli che vogliono vederne qualche prova almeno in TV, cui dobbiamo sempre credere lo stesso e peggio?!
23 Marzo 2020
+Domenico