E la luna piena ritorna: Domenica delle Palme

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt. 26, 14 – 27,66)

C’è una legge e un ritmo nel nostro vivere, nella vita del mondo, della natura, che riporta le cose a un infinito ritorno, a una infinita partenza.

Le stagioni si susseguono con maggiore o minore regolarità: ogni anno finisce l’inverno e torna la primavera, il sole torna alto nel cielo, le piante scoppiano di verde … la luna questa settimana tornerà piena nel cielo a illuminare la notte.

È … la stessa luna che ha illuminato quello sparuto gruppo di ebrei nell’orto degli ulivi, addormentati qua e là … sotto gli alberi, mentre la “soldataglia” stava preparando la sua sorpresa al Maestro, e la luna illuminava il Maestro in preghiera, ma anche la strada al traditore … il Suo volto angosciato … ma questa luna, però, non illuminava un eterno ritorno.  

Quella settimana era decisiva per l’umanità, per ciascuno di noi: il mondo non sarebbe stato più lo stesso … la natura avrebbe continuato a fare il suo corso, ma l’umanità non sarebbe stata più la stessa.

Un uomo sarebbe stato ammazzato, ma non ci sarebbe stata tomba alcuna capace di custodirlo cadavere!

Un processo si sarebbe celebrato, con tutti gli “aggiustamenti” che il potere riesce a mascherare, ma la coscienza dell’uomo ne sarebbe stata sconvolta per sempre: quel processo, da allora, viene ripetuto dallo Spirito in ciascuno di noi, per convincerci di “correità” con quella morte. 

Quella Domenica, dopo la luna piena di Marzo ci avrebbe continuamente richiamato l’evento definitivo della vita dell’uomo: la passione, la morte e la risurrezione di Gesù di Nazareth, uomo, figlio di Dio, centro della storia e dell’universo.

“Settimana Santa”, la chiamiamo noi cristiani, e oggi, fuorché da noi, si inizia in tutto il mondo cattolico con una festosa piccola processione con in mano ramoscelli di ulivi.

Gli unici spensierati e felici sono i ragazzi, come lo sono stati spontanei, creativi e coinvolgenti al tempo di Gesù: volevano solo far festa, noi adulti invece eravamo già pronti a cambiare casacca e soprattutto a cambiare festa in vendetta, a cambiare “osanna” in “sia crocifisso”.

E’ una settimana ancora rischiarata da luna piena, in cui siamo chiamati a rivivere quegli eventi, almeno nelle nostre case, nei nostri spazi di quotidianità, a ricollocare le nostre vite e il nostro convivere su quello scenario.

Ci rivediamo in Giuda, con i nostri tradimenti; in Pilato, col nostro lavarcene le mani; con quella folla festante oggi e pilotata e assetata di sangue all’indomani; ci rivediamo in Pietro che non regge alla tentazione di nascondersi, che fa il “camaleonte”, e che piange disperatamente.

Stiamo a contemplare Lui, Gesù, carico delle nostre cattiverie e paure, ma con quello sguardo di forza e perdono, che apre la nostra vita a una speranza nuova

Ed è una speranza che supplichiamo il Signore di farcene regalo, quest’anno … in cui sembra che tutto sia in declino, sia ineluttabile, in cui sperimentiamo che scienza e tecnica non sono risolutive per tutti e per sempre, in cui scopriamo di essere una umanità che non si scoraggia però, che ce la mette tutta, e che ha speranza sempre nell’amore di Dio. 

5 Aprile 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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