Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 14, 27-31a)
Si torna spesso nella nostra vita a parlare di pace, sia per le continue guerre che si scatenano nel mondo, sia perché nessuno ci toglie la sensazione che – come dice papa Francesco – stiamo vivendo una terza guerra mondiale a macchia di leopardo, sia per il bisogno assoluto che ciascun uomo ha di un benessere diffuso, di una possibilità di rapportarsi tra tutti da amici, da collaboratori, da persone che mettono in comune ideali e sanno che ogni persona può essere di grande aiuto per sviluppare i propri.
Siamo spesso anche provocati dalla pressione dei migranti sulle rive del Mediterraneo: molti di loro fuggono da guerre assurde, da prevaricazioni e privazioni di libertà e pericolo di vita, per governi opprimenti o in guerra per predominare in questa o quella zona del mondo.
All’origine ci stanno sempre temi economici: ricerca di fonti energetiche e occupazione e accaparramento di esse, predominio su certe aree strategiche del mondo e chi ci va di mezzo sono sempre i più deboli, i più fragili, le famiglie, le donne e non certo gli eserciti.
Le guerre, oltre che a fare morti e creare indicibili sofferenze e ingiustizie, distruggono più di quanto si ottiene dialogando; si tratta sempre però di una pace che si pensa di poter ottenere attorno a un tavolo di concertazione.
Gesù nel suo accorato discorso che prelude al suo supremo sacrificio dice chiaramente: “So che amate la pace, so che la desiderate come benessere, convivenza buona fra tutti, serenità, calma, tranquillità, distensione, soprattutto assenza di guerre, ma anche pienezza di vita e di salute, la perfezione e la gioia; la pace per voi è il successo di ogni impresa e il compimento dei vostri desideri. E voi pensate che agendo sulle strutture soltanto si possa ottenere e gustare questa pace?“
E’ una illusione, che si basa su equilibri esterni, regolati dal calcolo del potere o dal gioco delle forze sociali: questi sono equilibri estranei alle profonde ragioni del cuore e proprio per questo instabili e deludenti.
“Io vi do la mia pace, ma non come ve la dà il mondo.”
Infatti per Gesù la pace non può prescindere da un dialogo, da una comunione profonda con Dio e Io – dice – “sono venuto a garantirvi che questa comunione è in atto con la mia vita, con la mia morte e risurrezione, con la mia parola, con la tenerezza della paternità di Dio per ogni creatura, con il suo perdono, la sua presenza in mezzo a voi sempre, da quando Dio mi ha dato un corpo come il vostro e una vita umana da innalzare sempre alla comunione con Lui. Sappiate che avete sempre la sua Parola che non tornerà mai a Lui senza aver realizzato ciò per cui l’ha mandata, come ha mandato me, e il vostro cuore in questa continua comunione non potrà non avere solo che sentimenti, parole e volontà di pace.“
12 Maggio 2020
+Domenico