Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 12-17)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri»
La vita è la cosa più bella che abbiamo: la vita è la nostra possibilità di esserci, di esistere, di gioire, di vedere, di godere dell’amicizia, di cantare, saltare, correre, sperare, sorridere e lottare.
“Al di sopra di tutto, per te sono disposto a dare la Mia vita, a perderla, a rischiare di rimanerne senza, perché la voglio vedere piena in te, la voglio passare a te, voglio che sia tu a goderla: non ti offro solo qualche pezzo per un trapianto, non ti lascio i miei ricordi, le cose più belle che hanno fatto felice me, ma ti metto a disposizione la Mia vita, perché la tua sia piena.
Ricordati: servo per me non lo sei mai stato; schiavo di qualcosa, ma non di me! Servo delle tue passioni o dei tuoi desideri insani forse lo sei stato, ma con me c’è solo libertà, c’è voglia e possibilità di realizzare i tuoi sogni, di volare con le tue musiche.
Purtroppo ti lasci ingannare e finisci per servire, per farti tanti padroni cui devi e da cui non ricevi; spesso perdi la stima anche di te, perché qualcuno te l’ha tolta.
Molte volte sei stato schiavo dello sballo o della immagine: Non eri più te stesso. Hai percepito non una volta sola di avere dentro un mistero grande, che non potevi scambiare per una oscurità e non sei mai riuscito ad allargare i tuoi orizzonti.
Io ti do la libertà di spaziare nell’immensità della vita.
Tu sei mio amico, io ti ho scelto, tu ancora non riuscivi a farti di te una idea e io già ti amavo, così come sei: ti ho sognato quando ho creato l’uomo e la donna, ti ho seguito con ansia quando i tuoi progenitori hanno rovinato l’armonia che avevo creato anche per te; ti ho visto appostato come Caino, ti ho valutato quando coi tuoi fratelli aspettavi il sognatore Giuseppe per venderlo, ti ho visto prendere in giro tuo padre Noè, mi sono sostituito a te quando tuo padre ti portava a sacrificare sul monte.
La tua vita è scritta sul palmo delle mie mani, lontana o vicina che sia dalla vita cristiana: ti ho seguito nei tuoi percorsi, ti ho visto con i tuoi amici, ti ho pedinato nelle tue ricerche di distrazione, di placebo, di amore, di posti per stare lontano da tutti; ti ho scrutato i pensieri, ho visto che cosa hai dentro: proprio per quello che sei Io ti ho scelto.
Io mi sono sbilanciato per te: voglio rischiare di fallire, non m’importa quanto mi costi; ti voglio capace dell’impossibile. Ci stai?“
15 Maggio 2020
+Domenico