Il dolore di un parto è segno del mistero della vita

Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 16, 20-23a)

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Credo che sia un tormentone sempre per tutti quello del “perché della sofferenza” come elemento determinante e invincibile della vita umana. 

Quante volte ci siamo domandati: “ma perché devo sopportare questo dolore senza colpa mia?” Perché i bambini devono soffrire senza nessuna … non solo colpa, ma anche consapevolezza di essa? 

Per questo forse nella bibbia la gioia è sempre il grande segnale di un mondo nuovo, del mondo futuro: essa tuttavia nascerà dalle tribolazioni di un parto doloroso.

Come dalle doglie di un parto nasce una nuova vita per la donna, così dalle sofferenze e dall’oscurità del Venerdì Santo scaturirà la gioia e la luce della Pasqua.  

Bellissima questa immagine di Gesù ,che al problema più difficile del dolore, e alla presenza insopportabile e incomprensibile in ogni vita della sofferenza, pone come chiave di soluzione la vita peculiare della donna, la sua maternità che la qualifica e la fa grande in dignità e compito per l’umanità.  

La sofferenza allora è quasi una legge della vita, anzi della nascita alla vita.

Da qui tutti i nostri interrogativi: come può la sofferenza, che apparentemente è soltanto forza negativa e annientatrice, essere all’origine del parto del nuovo Regno di Dio? Sarebbe falso pensare che Dio si serve deliberatamente della sofferenza come di una tappa per instaurare il suo regno.  

La sofferenza non è voluta in se stessa, ma diventa un momento ineliminabile, perché l’instaurazione del Regno di Dio avviene sempre in una dialettica di lotta e di opposizione che scatena le forze del male, messe in moto dalla libertà umana

La vittoria sappiamo che è sempre preceduta da una lotta, spesso mortale, e la lotta non è mai un innocuo esercizio di ginnastica, ma è agonia e scontro di avversari.  

Ci possiamo fare allora un’altra domanda che sta all’origine della sofferenza: perché quando nel mondo compare una bontà, c’è sempre una cattiveria che la fa soffrire? Perché il Vangelo che è una parola di pace deve sempre scatenare persecuzione?  

Io leggo ogni giorno il martirologio, cioè un calendario che quotidianamente ti  dice quanti, in quel giorno, nella storia del mondo, furono ammazzati per la loro fede: è un elenco di cattiverie e di crudeltà inimmaginabili, uscite solo da menti cattive, ma anche la visione dei volti che nei tormenti offrono uno spettacolo impensato di serenità e di gioia di fronte alla morte. 

Infatti noi sappiamo che la vittoria sul male è sicura perché Gesù con la sua morte e la sua risurrezione ha vinto tutto il male.

21 Maggio 2020
+Domenico
 

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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