Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 20-25)
Oggi è una giornata di conclusioni, di rilancio, di speranza: la messa di stamani ci riporta nel Cenacolo a vivere l’ultima attesa.
La storia della chiesa primitiva si conclude: Paolo è arrivato finalmente a Roma, è agli arresti domiciliari, ma nessuno lo ferma nella sua decisione di far conoscere Gesù; a Roma ci sono tanti ebrei che lo possono consultare, ma soprattutto tanti pagani cui lui vuole annunciare la figura di Gesù, risorto e salvezza di ogni uomo, e proprio a Roma si può dire che si aprono le porte dell’occidente alla luce del Vangelo.
Il Vangelo di Giovanni – pure – si chiude: Pietro e Giovanni si accommiatano; gli apostoli si sentivano prima di tutto testimoni di Gesù, della sua vita, della sua dottrina e specialmente della sua risurrezione: hanno una missione nel mondo e nella storia di garanti della verità trasmessa come testimoni, chiamati ad esserli da Dio.
Ci viene quindi richiamata la missione di ogni cristiano: ognuno di noi deve essere segno visibile, mediante la sua vita, della parola in cui crede.
Gli Evangeli che abbiamo letto e su cui abbiamo riflettuto, e in quest’ultimo tempo soprattutto il Vangelo di Giovanni, ci danno l’immagine del testimone che dobbiamo realizzare nella nostra vita in maniera originale: non siamo mai fatti con lo stampino.
La Parola di Dio scava nelle nostre vite cose diverse, meravigliose, importanti e da comunicare: è il tempo dell’andate, dell’uscite, dell’Ascensione di Gesù, delle sfide che ogni giornata sicuramente non ci farà mancare.
In questo tempo pasquale siamo stati serrati nella nostra pandemia: sembra che ci lasci … ora si potrà sperare che ci abbandoni del tutto?
Ci aspetta un periodo difficile di ricupero forze, energie, impegno, solidarietà, ma l’attenzione più alta deve essere a non tornare ai vecchi tradimenti della fede e della noia di essere cristiani.
Questa sera, questa notte, molti faranno la veglia: è una veglia come quella che ha anticipato la pasqua; ricordo che gli scout si trovano tra di loro, accendono fuochi, fanno proprio la veglia in preghiera e rinnovano la loro grinta formativa e di servizio.
E noi allora, in questa notte che precede la pentecoste, che precede la venuta dello Spirito Santo, che vogliamo ricelebrare con molta intensità, ora che possiamo anche partecipare alla celebrazione eucaristica, pur se con tante condizioni, dobbiamo aprire il cuore alla venuta dello Spirito.
Vieni Spirito Santo!
30 Maggio 2020
+Domenico