Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 12, 13-17)
Una caratteristica tipica dell’umanità è quella di farsi delle domande e di porre delle domande.
Il Vangelo è pieno di gente che si accosta a Gesù e gli fa domande: molti chiedono di guarire da malattie di ogni tipo, altri chiedono di avere vita piena, altri ancora fanno domande, che sono evidenti tranelli, diventano quindi provocazioni, sfide, nascondono quello che veramente chiedono di sapere.
Capita così quando a Gesù chiedono se occorre pagare le tasse: una domanda che non si pongono certo molti che fanno un nero di 100 miliardi in Italia.
E’ interessante ed educativo il modo che ha Gesù di provocare la risposta: sa che gli stanno tendendo un tranello, capisce molto bene che dietro la domanda di questi ebrei c’è una vita di sopraffazioni, di sofferenze, di mancanza di libertà, di imposizione dura di un potere di occupazione, i romani.
Gesù non dà risposta, ma aiuta le persone a costruirsi bene dentro di sé la domanda, ad uscire dal tranello che hanno teso e a fare un passo ulteriore nel mondo della propria coscienza, e in fondo della propria vita.
Gesù ha sempre davanti a se l’umanità in cerca di una autenticità, in cerca della stessa salvezza e Lui è venuto proprio per questo.
Dentro le persone di questo progetto però è necessario che ci sia uno scatto, come deve capitare per ciascuno di noi, nell’uso della nostra libertà.
La moneta coniata dalla comunità ebraica, con l’impronta dell’oppressore mette la gente di fronte alla propria responsabilità: c’è un bene comune cui si deve dare il proprio contributo; c’è una vita spirituale che bisogna sostenere: date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
Sembra una riposta facile, bella, tranciante, ma dentro ci sta tutta la crescita quotidiana in umanità e religiosità, in coerenza con i propri obblighi; la sperimentazione di una imposizione politica straniera e di una commistione – diremmo noi – tra stato e chiesa, in un mondo ebraico in cui lo stato è anche autoritario, ma nello stesso tempo ha inglobato in sé la Torah, la legge di Dio.
Ogni ebreo deve saper maturare dentro di sé la risposta che sa di distanza dal potere romano, ma di consapevolezza di dover mantenere una pace possibile: è una risposta che provoca nella coscienza di ciascuno un dovere civico e un dovere morale, che pure dovrà avere uno salto di qualità, quello che sarà attuato alla grande da quella vecchietta che Gesù noterà quando – quasi vergognandosi – porrà nel tesoro del tempio per il Signore, l’Altissimo, due spiccioli, che si portavano dentro tutto quello che aveva per vivere, soltanto quello aveva.
Siamo tutti alla ricerca di una composizione tra doveri pubblici e coscienza religiosa che illumina e fonda la nostra scelta libera.
2 Giugno 2020
+Domenico