Risurrezione: una domanda infinita per una vita infinita

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc12, 18-27)

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Soprattutto di questi tempi i cui siamo stati messi di fronte alla morte troppe volte, in cui abbiamo sofferto di non poter dare ai nostri cari un ultimo saluto carico di umanità, ma in cui anche siamo stati consapevoli che quelle bare – come diceva quel soldato che le trasportava in camion di notte – meritavano che ci mettessimo l’anima, e ci siamo domandati: c’è ancora qualcosa di là? Dove finiranno le nostre vite? Sono soltanto magre consolazioni affettive questi nostri rapporti con i morti, o c’è qualcosa di più?

La nostra umanità si apre a un infinito che ci dà ancora voglia di vivere: ricordo quel bellissimo film giapponese che canta “appassionata nostalgia” la scelta di un soldato che non torna in patria dopo la guerra perché dedica la sua vita a seppellire i compagni morti a migliaia e restati insepolti e preda di rapaci avvoltoi; dedicava la sua vita perché quelle migliaia di morti sapessero che una memoria di amore li ricordava tutti: dunque una sopravvivenza, un dialogo ancora tra noi e loro.

La nostra fede chiama risurrezione questa realtà del nostro futuro, solo che noi sbagliamo sempre a rappresentarcela come un prolungamento della nostra vita terrena, come banalmente, anche se umanamente, fanno domanda a Gesù quegli ebrei che traducono queste nostre domande infinite con il caso di una donna che muore dopo tanti mariti che l’hanno preceduta e si domandano di chi sarà moglie nell’aldilà. 

La risurrezione – risponde Gesù invece – non è cosa di questo mondo, non va pensata possibile o impossibile in base alla vita terrena: Gesù afferma come dato di fatto la risurrezione e la qualifica come realtà superiore alla vita terrena, come un rapporto vitale nuovo con il Signore, con Dio. 

Essa è una nuova creazione ed è tutta opera di Dio: Egli è il Dio dei viventi, non è tale solo per la vita terrena di chi crede in Lui, è invece il liberatore totale, anche dalla morte, perché Lui è la fonte della vita.

L’alleanza che ha fatto da sempre con l’umanità e che ha continuato a rinnovare nei secoli e ultimamente nel suo Figlio Gesù, per questo morto sulla croce, giunge (questa allenza) fino alla vita eterna.

E la pienezza della vita eterna è di gran lunga superiore alla nostra vita, ne ha tutta la bellezza e intensità, ma su un piano radicalmente diverso: dirà san Giovanni nella prima lettera: “…noi fin d’ora siamo figli di Dio…. E saremo simili a Lui, perché lo vedremo cosi come egli è”.

Una vita piena in cui tutto il nostro bene, il nostro povero balbettare l’amore su questa terra sarà nella sua pienezza.

3 Giugno 2020
+Domenico
 

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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