Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 12, 35-37)
La nostra mentalità moderna giustamente deve porsi tutte le domande possibili su Gesù, se lo ritiene decisamente importante e necessario per la sua ricerca di verità.
Ce le stiamo facendo in tanti: lo auguro a tutti perché Gesù, anche per la storia umana, è almeno una persona che non si può ignorare, che va collocata nella visione del mondo e della storia dell’umanità.
Qui non si tratta ancora di fede, ma di onestà intellettuale: anche nel vangelo la preoccupazione di Gesù che le persone che lo accostano si facciano di Lui l’idea più giusta per una ricerca umana e saggia, è molto rilevante.
Ricordiamo tutti le volte che Gesù chiede agli apostoli: “e per voi Io chi sono? Che dite di me?” Lo continuava a ripetere anche dicendo della sua morte che si avvicinava.
Gesù chiama a considerare a fondo la sua persona, per dare la possibilità a tutti di giungere alla sua piena identità. Il pericolo però – sempre presente nella nostra storia – è di ridurre Cristo alle nostre proporzioni, congeniali alla nostra mentalità umana, a una certa cultura: “scatola” l’ho chiamata, non per disprezzo al nostro modo di pensare, ma perché diventiamo consapevoli che non solo nessuna persona, ma soprattutto Gesù non può stare dentro in nessuna scatola.
Gesù nella sua grandezza divina, e anche umana risponde a tutte le aspettative, ma le trascende sempre: non può mai essere catalogato, classificato; è in maniera così genuinamente e impensabilmente uomo, e proprio perché è Dio, è il Creatore dell’uomo, che conosce fino in fondo l’essere umano.
Sarebbe interessante che lo contemplassimo anche in questa umanità “impossibile”, che ci rivela la grandezza umana stessa: la profondità, la varietà, l’impensabilità della nostra stessa umanità.
Insomma se Dio lo ha fatto uomo, ha sicuramente messo in Lui la pienezza dell’umanità: basterebbe questo per guardare a Gesù anche solo dal punto di vista umano.
Il segreto dell’umanità sta sicuramente in Gesù: per questo egli è sicuramente il “Salvatore” dell’uomo e ne è il “Signore”, nel senso più pieno e profondo.
E facciamo pure ora il salto nella fede: Egli è il Dio con noi, che dà significato divino a tutto ciò che è nell’uomo, per questo è la nostra speranza.
Pensiamo allora quanto siamo stolti, assurdi, assassini … quando disprezziamo qualsiasi persona, uomo o donna, bambino o feto; quando la pensiamo solo delinquente o scarto questa persona, schiava o strumento, mia e soltanto mia, strumentale e pedina dei miei interessi …
Gesù, per tirarci fuori anche da questa nostra faciloneria e incoscienza, ingiustizia e sadismo – parole, che per chi ha fede hanno un solo nome: peccato – si è fatto uomo, ha subito la morte di croce, e le ha vinte tutte.
5 Giugno 2020
+Domenico