Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12a)
Che felicità ci può portare la nostra vita? Come potremo vivere felici? C’è qualche formula o è tutta una serie di bivi secchi: fortuna o scalogna? Ricchezza o povertà? Successo o non contare niente?
Oggi poi, che non c’è più nessuna stima per un comportamento corretto, tutti rincorrono la moda del momento, mancano anche due principi di base per una convivenza passabile … almeno stessimo ai comandamenti!
Ebbene Gesù si butta nella mischia della ricerca della felicità, sapendo che deve dare risposte, e comincia la sua vita pubblica: parte da Nazareth, paesetto sperduto e si porta sulle rive del mare di Galilea.
Non punta sui 10 comandamenti, che sono sempre dei buoni “paletti” dentro i quali è definito un grande spazio di vita, di azione da colorare; non lancia fulmini e saette come aveva fatto Giovanni nel deserto, dice solo gli appuntamenti con la felicità che Dio offre a tutti gli uomini: beati i poveri in spirito, i miti, gli affamati e assetati di giustizia, i puri di cuore, chi offre tenerezza, chi si spende per la pace, chi sa pagare con la sua vita per la giustizia, chi riesce a scoppiare in pianto.
Noi le chiamiamo “beatitudini”: non sono soprattutto cose da fare, non sono lo scontro tra ricchi e poveri, tra oppressi e oppressori, ma sono soprattutto Lui, Gesù, sono un esistere, una pienezza di vita, la vera felicità.
.. con più calma e con qualche parola più vicina alla nostra sensibilità.
Beati se siete poveri perché siete padroni del cielo e della terra.
Beati se siete afflitti: sì proprio quelli che non riescono mai a tirare il fiato perché subiscono una disgrazia dietro l’altra, perché non riuscirete più a contenere la gioia della consolazione che vi sarà data.
Beati se siete miti, se siete di quelli che non sanno arrabbiarsi mai, che non si scagliano contro nessuno, che non fanno i black block, perché se hanno qualcosa da rimproverare è solo a se stessi.
beati se vi sentite sempre affamati, perché non trovate niente che vi sazi: per voi non c’è mai possibilità di star seduti perché nessuna situazione umana realizza piena giustizia che voi cercate.
Beati se siete misericordiosi, di quelli che hanno un cuore in cui tutti possono scavare amore, perdono … scavare comprensione.
Beati i puri, quelli che ti guardano negli occhi, sanno stare mano nella mano: ti sanno coccolare, non stanno a sfruttare l’occasione, a indovinare le debolezze per rubarti la vita, non sono partiti con un disegno in cui devono “inscatolarti”.
Beati quelli che portano pace, quelli che non temono di sfilare sotto nessuna bandiera purché finiscano le guerre, si spengano gli odi, si blocchino le ritorsioni, vadano in bancarotta i fabbricanti di armi, quelli che sanno far pace nel loro cuore e tendono al cuore di tutti – beati questi – e sanno pagare e passare per imbecilli pur di spuntare anche solo un coltello.
Beati quelli che sono sempre presi di mira e privati della propria libertà, subiscono persecuzione, perché sono dei veri trasgressivi dell’ingiustizia.
Beati tutti quelli che sanno prendere posizione per me: sarete insultati, messi fuori giro, davanti a voi spegneranno le dirette televisive, non sarete trendy, dovrete sempre ricominciare da capo … “ma sappiate che Io sarò sempre lì con voi. Io nella mia vita ho sempre fatto così e voglio essere la vostra felicità. Io, non le mie cose, o i miei pensieri, Io, nel massimo dell’intimità della vita. Queste otto strade di felicità non sono le mie idee, ma sono Io stesso, la mia persona, la stessa Trinità che regola l’universo“.
Questa è la vita che noi sogniamo.
8 Giugno 2020
+Domenico