Le fake news sono parole, magari scritte, ma sono armi letali

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5,33-37)

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In Internet, nelle pagine web, nei social, nei giornali circolano in grande evidenza delle “fake news”, che traduco semplicemente in “notizie del tutto false”, inventate o riportate apposta per raggiungere obiettivi che servono a chi le diffonde. 

Esiste  anche il mestierante che è incaricato e pagato da un committente di pubblicare e inventare varie notizie false per gli obiettivi del committente: la notizia falsa è pacchiana e non ha bisogno di argomentazioni per definirla assolutamente immorale, anche se costruita a fin di bene. 

Esiste però una forma più astuta che è quella di colorare le notizie per orientare il lettore o l’uditore a dare ragione alla tesi che un giornale deve difendere o proporre perché è stato editato proprio per questo scopo: colorare è un termine fin troppo benevolo, ma ci sta dietro tutta un’arte del dire e non dire, del provocare sospetti su una persona, dell’esasperare una affermazione o un fatto interpretandolo in maniera non solo soggettiva, ma intenzionalmente in un certo modo per creare discredito, calunnia, condanne. 

I punti di vista diversi da cui guardare la realtà sono utili e necessari, perché ogni persona ha un suo modo di vedere, di interpretare, di sostenere il suo punto di vista, ma spesso non ci si pone alla ricerca della verità o per lo meno non ci si propone una problematizzazione del tema, documentata, dialogata in qualche dibattito, così che dopo l’accesso a queste informazioni e dopo l’uso dei social ogni ascoltatore – o ognuno che li guarda – sia messo in  grado di assumersi la sua responsabilità per una posizione che sposa, difende, e propone. 

Che ci sia una destra e una sinistra in cui sono collocati i giornali è naturale, ma che per principio ogni fatto debba essere colorato di parte, senza un leale confronto, un dialogo alla ricerca della verità o una proposta documentata, è voler  dare spazio alla menzogna. 

Oggi vogliamo sentirci dire e ascoltare il Vangelo che ci dice “il vostro parlare sia si se è si, o no se è no: il resto viene dal maligno”questo maligno è il demonio, il divisore, che nella nostra vita pubblica sta lavorando ed è ascoltato alla grande.

In altri passi del Vangelo si aggiunge: la Verità vi farà liberi“, “sono venuto per rendere testimonianza alla Verità“, “Io sono la Via, la Verità e la Vita“. 

Sant’Antonio, che oggi ricordiamo e torniamo a venerare e a pregare perché ci scampi da questa pandemia, soprattutto dove si sta diffondendo tra popolazioni povere e abbandonate, era un principe della parola pulita, chiara, precisa: un grande predicatore che sapeva stanare dal cuore degli uomini i pensieri malvagi, le volontà delinquenziali, le vendette sanguinose.

Ecco, Sant’Antonio ci aiuti a trovare l’onestà massima nel nostro parlare e nel nostro scrivere. 

13 Giugno 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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