Conquistiamo un minimo di essenzialità nel nostro vivere

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 6, 16-17) dal Vangelo del Giorno (Mt 6,1-6.16-18)

Audio della Riflessione

«E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà»

Disintossicarsi, mettersi a dieta, svelenire la vita, staccare la spina, fare un po’ di deserto, prendersi una pausa … sono tutte espressioni che dicono come nella vita di ogni uomo ci sia bisogno di un tempo che crea discontinuità con la routine quotidiana e che ci permette di guardare alla vita da un altro punto di vista.  

Sempre infoiati nella stessa cosa delle volte non riusciamo più a capire niente: ma siediti un momento e comincia a vedere da che parte sei venuto e dove vuoi andare!

Siamo sempre noi in ogni momento capaci di dare senso al nostro vivere: non ci possiamo permettere apnee o stati comatosi; però ogni tanto occorre avere il coraggio di collocarsi da altri punti di vista, perché nella vita interviene spesso l’abitudine ad abbassare la guardia, la comodità a dare forza all’inerzia, talvolta anche la passione ad annebbiarci gli occhi, la solitudine a incancrenire atteggiamenti che assolutizzano stati d’animo.  

L’esistenza deve restare aperta alla conversione, al cambiamento del  cuore, alla prova per riportare alla sua brillantezza il metallo prezioso che è la vita.

Dice l’antico testamento “Vieni nel silenzio e parlerò al tuo cuore” – il libro di Osea – e Gesù parla di digiuno, di mettere il corpo in uno stato di attesa inevasa dall’istinto della fame, di controllo della sazietà per accorgersi di un’altra fame, di un’altra sete: è un esercizio che siamo invitati a fare su di noi, non per ridurre la cellulite o il colesterolo – che pure sarebbe cosa utile – ma per ridare allo Spirito il suo compito di guida della nostra esistenza, e allo Spirito Santo di poter “lavorare” con la nostra anima.  

E questo va fatto nella gioia di una decisione e non nella costrizione di una legge, nella certezza di aprire l’animo alla bontà, non nella infelicità di una privazione, nella prospettiva di fare verità nella propria coscienza, non nella preoccupazione di dare una immagine severa di noi.

Il digiuno è un atto di amore a Dio, non è un biglietto da visita per accreditarsi nel mondo dei pii: allora digiuno è privazione a vantaggio di altri, è condividere con i poveri quello che abbiamo perché ce ne priviamo per loro, è riportare la natura ad essere madre per tutti e non un possesso di qualcuno, è riportare il mondo alla sua destinazione per la felicità di tutti e non per la gioia di pochi.

Soprattutto è mettere al centro Dio, lo Spirito, la preghiera, la contemplazione di Lui, e questo che scriviamo nella nostra vita lo viviamo con gioia non solo per noi, ma per ognuno che passi nel mondo delle nostre relazioni. 

Stiamo in pratica leggendo alcuni brani del Vangelo di Matteo, abbiamo incominciato dal discorso della montagna e stiamo andando avanti a vedere quali sono gli elementi fondamentali della vita cristiana, che noi magari approfondiamo in alcuni tempi come la quaresima nel nostro anno liturgico.

17 Giugno 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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