Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 2, 41-51)
Mettere al centro della nostra riflessione e preghiera oggi il cuore Immacolato di Maria, dopo la festa del Cuore di Gesù, significa collocarci al centro della vita della Madre di Gesù.
Il centro della vita di Gesù era stata la sua agonia, crocifissione, morte e risurrezione: infatti il suo cuore è sempre squarciato, coronato pure di spine, sanguinante, simboli chiarissimi che di Gesù si vuol contemplare e immergersi nel dono della sua vita fino all’ultima goccia di sangue, versato per l’umanità e per ciascuno di noi.
Il cuore di Maria viene contemplato come Immacolato, come tutto completamente orientato all’amore per il Signore e forgiato dalla cura quotidiana di Gesù entro una vita di famiglia: non per niente il Vangelo della Messa di questa festa è una scena della vita di famiglia in cui i tre, Gesù, Giuseppe e Maria sono orientati alla città di Gerusalemme, al culmine cui Gesù sempre penserà nella sua predicazione, nel rapporto con gli apostoli, nel dialogo con la gente.
Il cuore di una mamma si protende sempre verso i figli: questo avviene nella casa di Nazareth, nel pellegrinaggio della Santa Famiglia a Gerusalemme, nelle presenze di Maria nella vita di Gesù; il vangelo non a caso continua ad “aggiornare” – diremmo noi – l’elenco delle sue presenze – direbbe la teologia invece – la necessaria e specifica presenza di Maria nel piano della salvezza che ha Gesù come centro : Cana, Via Crucis, sotto la Croce, Cenacolo, Pentecoste.
Ed è così che si sviluppa la sua maternità sottolineata anche nelle apparizioni di Maria lungo i secoli, e in queste il suo cuore di Madre, assolutamente a disposizione del piano di Dio, pieno della grazia di Dio – Immacolato significa anche questo – è sempre messo in opera.
A Fatima si è espresso in termini ancora più evidenti e a Lourdes si è data anche il titolo: Io sono l’Immacolata Concezione.
In questo tempo di ferite di difficile emarginazione provocate dall’epidemia, la vogliamo contemplare nel suo cuore di mamma, di tenerezza quasi palpabile, di amore portato nonostante la difficoltà a capire: “Figlio perché ci hai fatto questo? tuo padre e io angosciati ti cercavamo.”, e qui Gesù tra le tutte le sue parole, riportate dai vangeli dice parlando di Dio, il Signore del cielo e della terra, la prima volta, che è “Padre” e lo chiamerà sempre così fino alla Croce e alle sue ultime parole “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”.
L’angoscia per il tempo della ricerca di Maria – sicuramente per la grande fede di sua – si attenua, ma non scompare la tensione verso l’impossibile che Gesù sempre presenta alla sua comprensione, alla sua compagnia e collaborazione di madre al piano di salvezza di Dio sull’umanità.
I sentimenti tenui di una vita di famiglia si allargano all’orizzonte divino della salvezza dell’umanità. Da qui la supplica che spesso la chiesa, i fedeli comuni, fanno a Maria con la consacrazione al suo Cuore Immacolato, condizione per la conversione del mondo.
20 Giugno 2020
+Domenico