Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 14-17)
Siamo in una stagione di cambiamento d’epoca, non solo di cambiamenti epocali, nel senso di una serie di cambiamenti molto determinanti il nostro tempo, come dice spesso papa Francesco.
E’ il nostro tempo che è cambiato: da una parte questa pandemia che ancora ci assilla e ci costringe a distanze fisiche che un po’ alla volta tentano di diventare sociali – purtroppo chiamano da sempre così le nostre distanze misurate anche a metri, distanze sociali, sono distanze fisiche – Dall’altra il sensus Ecclesiae – lo dico in latino – per indicare il sentimento profondo della chiesa cui come cattolici apparteniamo non solo socialmente, ma con tutta la nostra vita, il nostro sentire, il nostro credere, i riti e i sacramenti cui rivogliamo partecipare e che vogliamo rivivere anche fisicamente, come è nella natura dei sacramenti.
Il documento di papa Francesco Evangelii Gaudium, la gioia del vangelo, e tutta la sua impostazione sinodale ampia, partecipata, con tanti ascolti non retorici, ma vere esperienze di incontro e di dialogo, fatti di tante ore e di tanti viaggi apostolici – penso al sinodo dei giovani, a quello della famiglia, a quello sull’Amazzonia e a tutta la sinodalità da papa Francesco invocata e non molto seguita dalla base – ebbene tutto questo dà vita a un nuovo modo di vivere la Chiesa.
Dico spesso che è ancora lo stesso gioco, le stesse regole, che qualcuno rimpiange troppo, magari la stessa squadra, gli stessi giocatori, ma la partita, il gioco, il senso sono diversi: c’è stato un cambiamento d’epoca.
Oso pensare che dovesse essere percepita così anche l’irruzione della persona di Gesù, dopo gli insegnamenti e la predicazione del Battista: sono i suoi seguaci, che già avevano fatto un grande cambiamento rispetto alla vita consueta dei fedeli del Tempio, a domandare a Gesù perché i tuoi discepoli non digiunano.
Volete che Gesù si metta a dare rispostine a una domanda tipica da catechismo dei bambini?! coglie il senso della domanda e come sempre, apre orizzonti nuovi.
Oggi qui tra voi c’è lo sposo, c’è la salvezza, c’è la Trinità che si spende un’altra volta per voi in termini definitivi: cambiate testa, cambiate mentalità, obbedite alla Legge come faccio io fino agli apici di cui è pieno il nostro alfabeto, ma apritevi al nuovo che c’è tra voi; Dio, il Padre mio mi ha mandato, perché vi vuole troppo bene per lasciarvi nei vostri stretti orizzonti. La legge da sola non dà più salvezza; di fronte ad essa sarete sempre inadempienti; è lo Spirito che vi invade, vi risana, vi dà nuova forza e vi lancia in tutto il mondo. Se prima dovete aiutare i vostri connazionali, come è giusto, a capire e vivere questa novità, d’ora in poi il mondo intero sarà il vostro orizzonte e la festa non dovrà più finire. Non fate che il digiuno che vi serve per purificare le vostre intenzioni, diventi la legge del Regno di Dio. La legge nuova è lo Spirito che con me ha scritto le Beatitudini, i miracoli, e mi sosterrà anche di fronte alla morte che io affronterò per voi, fino all’ultima goccia di sangue. Avrete sempre da affrontare tribolazioni, condanne, crocifissioni vere o spirituali, come capiterà anche a me, i digiuni torneranno, ma saranno pieni di speranza e di prospettive di festa.
3 Luglio 2020
+Domenico