Non facciamoci rubare il futuro: rischiamo con una grande semina!

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 1-23)

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I nostri nonni ci raccontavano questo: all’inizio del secolo scorso, dopo anni di
scarsissimo raccolto, si erano ridotti a penosa assenza di grano da seminare; non lo potevano fare i grandi proprietari e ancor meno i piccoli agricoltori. Il parroco, molto d’accordo, anzi stimolando i dubbiosi, aveva messo assieme quei tre o quattro
possidenti di un paese – e questo avvenne per molti paesi della nostra pianura padana – per fare un semplice ragionamento: “Oggi nessuno può seminare, voi avete quattro soldi: comperiamo le sementi per tutti, gliele diamo a fondo perduto, sappiamo di rischiare, ma se tutti semineranno e seguiranno il loro lavoro avremo un ottimo raccolto e ne guadagneremo tutti! Voi riavrete la semente che avete regalato, le loro famiglie potranno vivere del loro lavoro e ci sarà futuro per tutti.”

Fu un successo: ciascuno riebbe i soldi che aveva speso, e tutti poterono migliorare la loro vita; nacquero addirittura le banche cooperative e si guardò al futuro con una speranza certa.

Ecco, non intendo fare lezioni di economia evidentemente, ma solo dire che la semina di Dio non ha mai patito questi pericoli! Dio è proprio un seminatore di grandi vedute: La sua semina è talmente generosa, e sempre, che non bada nemmeno al terreno su cui cade, anzi sfida anche i sassi, i rovi, il terriccio, i cordoni del terreno; ha semente per tutti: nessuno deve dire a me è mancata la semente per cui ho dovuto patire la fame.

Che è questa semente che Dio sparge a larghissime mani, con esagerata generosità ovunque? E’ la sua Parola! La Parola di Dio non ci manca mai, non ci manca proprio. Volete che Dio stia a tenersi la sua parola per paura di qualcuno che non ha voglia di accoglierla o di farla crescere o di lavorarla?!

Siamo noi allora che dobbiamo vedere che farne della semente, non lui
a risparmiarsi; ed ecco allora come ci disponiamo di fronte alla Parola di Dio:
ci sono quelli che vivono di buon senso, a loro va bene solo quello che pensano loro,
sono refrattari a quello che dice Dio perché loro dicono di saperlo già, ma non fanno
niente.

C’è chi si rende conto della difficoltà ad ascoltare la parola di Dio, perché
ha i suoi criteri: non se ne cura vive sempre dei suoi luoghi comuni. Lui ascolta, ma
prevale il suo buon senso, non osa reinvestire, si fa una piccola rendita e si accovaccia: E’ come la strada di sassi.

C’è chi ha deciso di accogliere la Parola, ma ha un sacco di paure, non vuol osare e la seppellisce nei suoi dubbi: è pietrificato da tutte le paure possibili.

Uno invece vi si accosta molto volentieri, ma si lascia prendere dalla
seduzione dell’avere di più, non è mai contento; usa solo per se quel che ricava, si
sotterra nel suo egoismo.

Altri invece sono felici di accogliere: non pensano che sia solo un regalo da godere, ma da far fruttare, e si mettono al lavoro, e vedono che la Parola fa frutti per lui, per la famiglia, per il mondo del suo lavoro per la comunità più grande; stima la Parola di Dio, vi si ispira, cambia vita, e fa cose importanti anche per altri.

Di fronte a questo grande seminatore siamo tutti chiamati a renderci conto che
abbiamo un sacco di resistenze a quello che ci dice Dio, e dobbiamo chiedere che il
Signore ce ne liberi
, e così poter accogliere quello che lui ci vuol dare.

12 Luglio 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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