Ne setta di giusti, ne banda di malfattori

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 36-43) 

Audio della riflessione

Ad ogni giornale radio ti si presentano due immagini chiare, e qualcuna piuttosto sfalsata che non vuole o non sa collocarsi: gente che vive serenamente la sua vita e compie anche gesti di generosità, e gente che fa solo cattiverie e non tollera l’altra o l’altro da se, e compie azioni assurde e pure criminose.

In mezzo ci sta la leggerezza di chi “vivacchia”: un vivere senza grinta e l’esigenza di un quieto vivere che si può chiamare adattamento.

Il Vangelo dice che alla fine dei tempi brilleranno due fuochi: quello del male, che chiama zizzanie, che bruciano come scarti, immondizie, rifiuti e quello del bene, delle persone sagge e giuste che splendono come il sole.

In mezzo non si può stare a guardare: occorre prendere parte alla vita regalata da Dio e farla crescere nel bene e non lasciarsi trascinare dal male.

Al di sopra ci sta Dio che ci invita ad  avere grande comprensione per tutti, perché Dio è grande nel perdono e nella misericordia.

Ci nasce una domanda però: mettere sempre davanti il perdono non è invitare ogni persona a fare solo ciò che piace, a non dare contributi positivi alla vita di tutti, e magari anche convincerci che si può pure fare del male impunemente? Sarebbe come se ai nostri genitori che ci vogliono un bene dell’anima e non si vendicheranno mai di noi, saranno sempre comprensivi, come quando eravamo piccoli e nessuno di noi ha dubitato che ci volessero bene e noi ci mettessimo a maltrattarli!

Dio ci stimola alla pazienza, che, ricordo, è sempre figlia della fede e sorella della speranza! Noi non dobbiamo mai giudicare gli altri per non essere giudicati, dobbiamo usare misericordia per ottenere misericordia; se la nostra comunità cristiana non è una setta di giusti, non è nemmeno una banda di malfattori!

Misericordia verso l’altro, ma vigilanza, discernimento, giudizio e conversione continua per noi; la misericordia è una esigenza di purificazione più bruciante di qualunque legge: non c’è posto per immoralità o lassismo, torpore o tiepidezza, ogni patto d’amore è impegno ad amare.

Nella Chiesa e nel mondo ci saranno sempre zizzanie e buon seme: se il mondo è il luogo deve abita il regno di Dio, impiantato da Lui e la Chiesa ne è una immagine, questo regno resta aperto a tutti gli uomini, suoi fratelli.

Il futuro sarà solo per i figli, quelli che sono diventati come Lui.

Ne abbiamo di strada da fare, ma non bisogna mai perdere il punto di arrivo. L’attuale dilagare del male, che possiamo chiamare superbia, insincerità, sopruso, imposizione forzata, giudizio su tutti e su tutto … se non diventa una bella opportunità per crescere nella misericordia si fa connivenza con il male e raffredda l’amore di molti.

Chi fa parte della Chiesa non può pensare di essere già nel Regno di Dio Padre, lo è solo se si fa sempre di più figlio, facendosi fratello di tutti, nessuno escluso.

28 Luglio 2020
+Domenico.

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

Rispondi