Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28)
Siamo infettati tutti da una vecchia malattia: quella di dividere gli uomini in buoni e cattivi, gli uni tutti da una parte e gli altri tutti dall’altra.
Se è possibile tra gli uni e gli altri ci costruiamo un muro: abbiamo tenuto senza troppi scrupoli il muro di Berlino, per molto tempo, tanto che ci eravamo tutti abituati e non osavamo più pensare di abbatterlo se i giovani non ci avessero riaperto gli occhi anche solo con i loro concerti di musica.
Era per non far fuggire le persone, ma alla fine ha diviso le coscienze; ne hanno costruito un altro, assurdo, invasivo, ingiusto, per dividere israeliani da palestinesi: è per difendersi dal terrorismo ma alla fine è un giudizio, di qua i buoni e di la i cattivi.
Negli stessi Stati Uniti c’è un muro infinito che li separa dal Messico: è per difendersi dall’assalto dei poveri, ma alla fine crea e applica un’altra volta il principio del bene e del male.
E Dio da che parte sta? Sicuramente da una sola. Anche Dio lo vogliamo rinchiudere, vogliamo imprigionarne la presenza?
Era quello che capitava ai tempi di Gesù: Gesù è solo per i buoni e quindi scandalizza quando va a mensa con i peccatori conclamati. Gesù è per il popolo eletto e se lo incontra una povera donna straniera, di altra cultura, di altre abitudini religiose, ma con una vita a pezzi, un cuore lancinante di sofferenza, una pena che alla lunga le avvelena la vita (e purtroppo il dolore, la sofferenza non possono essere tenute lontane da un muro) ebbene se una povera donna nell’afflizione si rivolge a Gesù, ha bisogno, secondo la mentalità comune, di presentare il passaporto.
Gesù non le rivolse la parola: sta anche lui al gioco crudele del rinchiudere Dio da una parte per provocare i benpensanti; ma la fede non ha muri, il suo silenzio è quel silenzio di Dio che spesso sentiamo nella vita, è la prova che spesso si abbatte sulla nostra fede, che non deve lasciarsi scoraggiare nemmeno dal silenzio di Dio, che scava coraggio e sicurezza, arditezza e fermezza proprio nella prova.
“Non sarò figlia di Israele, non sarò parte del popolo eletto, non andrò mai in chiesa, non conoscerò bene tutti i comandamenti, non appartengo a nessuna consorteria che mi ti può raccomandare, sarò sotto la tavola come i cagnolini, ma io so che in te posso avere fiducia, che tu sei troppo buono per lasciarti chiudere nelle divisioni degli uomini, hai occhi di grande amore verso tutti, non c’è nessun muro che ti limita lo sguardo: mi bastano le tue briciole”.
È la fede di chi sa di dipendere in tutto da Dio, di non avere nessuna pretesa. Queste pretese le abbiamo noi, quelli dentro, che crediamo di poter guardare Dio dritto negli occhi. E Gesù: “donna! grande è la tua fede” e sua figlia guarì e noi però guariti del tutto non lo siamo ancora perché viviamo sicurezze di muri e non di accoglienza di ponti. La Madonna della neve, la Madonna della basilica di santa Maria Maggiore, che oggi celebriamo, ci aiuti in questa conversione dell’Europa e di tutte le sue nazioni.
5 Agosto 2020
+Domenico