Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 16, 24-28)
Che vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero e poi perderà l’anima? Di fronte a questa frase molti uomini e donne hanno cambiato vita: sono arrivati a una saturazione tale di insoddisfazioni vendute per felicità, di beni camuffati da bombe a orologeria di falsità, di cose ingombranti da toglierti il respiro dell’anima, che hanno lasciato tutto e si sono dati a Dio, sono diventati santi eroici, hanno cambiato il mondo.
Nella storia dei santi ce n’è una fila lunghissima: gente che le ha tentate tutte, che stava pure bene, che dopo innumerevoli sacrifici è riuscita a conquistare quel che desiderava e che a un certo punto lascia tutto e si mette a seguire il Vangelo.
Noi forse non saremo di questi perché abbiamo vite troppo adattate, non ci sentiamo neanche la voglia di guadagnare tutto, ci accontentiamo di una banale mediocrità.
Dobbiamo però dare un colpo di reni alla nostra esistenza: non saremo così esagerati, ma capita anche a noi di mettercela tutta per fare una casa e poi non trovarci più dentro nemmeno l’ombra dell’amore, di continuare a lavorare per star meglio e di trovarci soli perché due soldi ci hanno dato alla testa e abbiamo sfasciato la famiglia, di puntare tutto su un risultato e di non accorgerci che abbiamo venduto l’anima, di aver ottenuto tutte le cose belle della vita e di mancare della prima necessaria che è la pace dell’anima. Come la si ottiene?
La vita spirituale è esigente; abbiamo bisogno sempre di nuove ragioni per vivere. Gesù ci indica una strada difficile, ma infallibile per trovarle, per non perderci: accettare la croce, la difficoltà, mettersi dietro una croce e non davanti al niente; puntare sul perdersi e non sul guadagnare a tutti i costi cose, beni materiali.
Se nei tuoi sogni appare la croce è segno che stanno diventando realtà: la croce non è mai disperazione, ma una sicura speranza.
Essere calamitati dalla croce, fare la scelta di stare, di porsi di fronte a questa croce che è la manifestazione dell’amore di Dio per l’umanità è la strada da seguire per vincere ogni debolezza nella vita.
Nella fede l’essenziale non è essere in tanti, né capire tutto e subito, ma di esporsi personalmente e con le persone che Dio mi mette accanto al contatto e all’azione dell’amore di Dio.
Pregare è offrire il mio tempo e la mia persona a disposizione dell’amore crocifisso per essere trasformato dalla sua presenza.
Fede è quindi prima di tutto stare nell’intimità di quell’incomprensibile amore povero crocifisso, anche se non lo si capisce, lasciandosene contagiare e purificare.
Non misuro la qualità della mia fede prima di tutto dalla forza delle mie convinzioni, dalla generosità dei miei gesti, dalla soddisfazione del mio progresso umano e spirituale, dal grado della mia serenità o dalla capacità di resistere alla mia inquietudine, ma dal rinnovare la mia disponibilità a colui che sulla croce dà la sua vita per me.
7 Agosto 2020
+Domenico