Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 17,14-20)
C’è un padre disperato che un giorno va da Gesù e gli consegna suo figlio: per lui è un figlio perso, è intrattabile, non capisce ragione, è senza senso morale, ha perso ogni serenità, è condotto qua e là come uno straccio, non ha personalità, completamente dipendente da una cattiveria inspiegabile; ha tentato di tutto, ma il male che abita nel figlio è più forte di qualsiasi ragionamento, di qualsiasi affetto.
“Le ho provate tutte, ma non ci riesco, l’ho fatto incontrare anche dai tuoi amici intimi, dai tuoi apostoli, ma non ho ottenuto nulla; forse solo tu puoi fare qualcosa.”
Sembra la descrizione attuale di tanti rapporti tra genitori e figli, soprattutto quando nei figli entra un male che pare incurabile, una dipendenza che non si può vincere solo con la buona volontà, una assuefazione che ti si scrive nella carne, ti crea una natura somatica diversa, per esempio come la droga.
Questo figlio però non è drogato, è molto di più, è indemoniato: è posseduto da un male incurabile con le classiche medicine, è un diavolo che lo possiede … e non c’è che da andare a Gesù.
Il papà che le ha provate tutte ingenuamente dice a Gesù “se puoi fare qualcosa” … non sa che ha davanti il figlio di Dio, ma il suo cuore disperato può anche non saperlo, gli si affida lo stesso; ha consapevolezza di non avere fede, o per lo meno di far fatica a credere, come tanti di noi, ha bisogno di rigenerare la sua fede che si è affievolita, si è a mano a mano spenta, divorata dalle preoccupazioni, dalle cose, dal consumo, dalla vita dura che vive e che non ha mai avuto il coraggio di mettere nelle mani di Dio con la preghiera; forse anche per questo suo figlio è in queste condizioni, non ha mai avuto una parola di speranza, e quindi la va a cercare da Gesù.
Gesù dice che queste vite dei vostri figli si possono aiutare spesso solo con la preghiera: è una preghiera viva, di fiducia, insistente, fatta anche di lacrime.
Chi non ricorda le lacrime di Santa Monica, la mamma di S. Agostino, che è riuscita a ottenere da Dio il dono della sua conversione? La speranza può tornare a far fiorire rapporti belli tra genitori e figli se si ha il coraggio di pregare.
Manca spesso in tante famiglie la preghiera incessante a Gesù, da cui può rinascere una vera fede, dove ogni supplica è un dialogo di amore con Dio.
Alla fede non si può negare nulla e ne basta quanto un chicco di senape, quasi invisibile, per dare origine a una grande fioritura.
Oggi veneriamo in particolare san Domenico di Guzman, fondatore di una grande scuola e aggregazione di predicatori. Si diceva di lui “o parlava di Dio o parlava con Dio” … ne chiediamo ulteriormente l’intercessione presso il Signore.
8 Agosto 2020
+Domenico