Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 16, 13-20)
Ci sono spesso delle domande che qualcuno ti fa e che non ti aspetti, e che ti mettono pure in difficoltà … per esempio questa: chi sono io per te? Non è crisi di identità, ma è voler sapere che relazione ho con questa persona. Immaginiamo quanto può essere delicata, se la fa un marito a sua moglie o viceversa, dubitando magari di un amore tra di loro che si sta scolorendo; se la pongono papà e mamma ai propri figli perché si sentono solo portinai di un albergo.
E’ così anche quando la pone Gesù ai suoi discepoli che da molto tempo si frequentano, si scambiano esperienze, condividono gli stessi ideali; certo Gesù parte in forma indiretta: chi dicono gli altri chi io sia – cosa che pure gli interessa sapere da loro – ma poi va al centro: “e voi che dite? Chi sono per voi?”
Non è un sondaggio di opinioni, ma a Gesù sta a cuore sapere se gli apostoli sono stati capaci di andare oltre la scorza viva, ma non facilmente penetrabile, la scorza della sua umanità, dentro il suo grande segreto che non una volta sola tenta di svelare loro.
Loro saranno i continuatori della sua opera, del suo sogno di salvezza piena.
La risposta decisa, come sempre fa Pietro, che poi spesso viene smentito, è occasione per Gesù questa volta non di correggere Pietro perché in genere è pieno di slancio, non sempre forte e profondo, vero e necessario, ma di investirlo della sua personale e unica responsabilità di condurre la chiesa a nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Potremmo dire che è l’esito del primo conclave, senza le fumate e la loggia delle benedizioni, se non banalizziamo forse troppo quanto gli dice Gesù: è un atto di somma fiducia, di grande amore, di tenerezza di comprensione, di responsabilità divina.
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.
Il primato di Pietro fu occasione di tante separazioni antiche e recenti, in Oriente e Occidente. Il sevizio chiesto a Pietro all’unità nella fede e nella carità è stato spesso scandalo, motivo di divisione.
Non è poi sempre facile vedere in quale misura ciò sia dovuto al cattivo modo di servire e in quale invece alla inevitabilità dello scandalo stesso della verità, che è sempre segno di contraddizione.
Anche l’identità di Gesù, vero uomo e vero Dio, è stata ed è occasione di tutte le eresie. Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente: questa è la fede cristiana trasmessa a noi dagli apostoli e che loro hanno maturato alla scuola viva di Cristo.
E non possiamo concludere che con un grande augurio a papa Francesco e una costante preghiera per il suo servizio petrino come lui stesso ci chiede.
23 Agosto 2020
+Domenico