La croce è la strada scelta da Dio

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 16,21-27)

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Abbiamo bisogno di felicità come dell’aria per respirare: non c’è pezzo della nostra carne, tratto del nostro vivere, tensione dei nostri istinti che non siano in ricerca della sua soddisfazione … eppure annaspiamo in un mare di sofferenza, meno te l’aspetti ti arriva e ti sconvolge la vita! È dolore morale, è malattia, è ingiustizia subita, è pura casualità o ostinata cattiveria di qualcuno.

Doveva essere esperienza quotidiana anche per il gruppo che aveva seguito Gesù … forse però, quando hanno risposto con tanta schiettezza e generosità all’invito di Gesù, si erano illusi che con uno così si potesse dare una svolta decisiva e scrivere una pagina bianca nell’agenda dell’infelicità.

Pietro è il primo che s’immagina – a ragione – Dio dalla parte opposta del dolore: “Tu sei il figlio di Dio, il Messia che aspettiamo, sei la casa della felicità,  sei tutta la bellezza che la vita può sprigionare. Sei quello che noi da sempre sogniamo e non mi dire che anche tu ti devi adattare a soccombere alle nostre colline delle croci. Dio te ne scampi Gesù: questo a te non succederà mai.”

Gesù gli aveva invece appena detto che la croce era la strada scelta da Dio per far brillare in ogni coscienza il massimo di amore che nutre per gli uomini.

Questo è un altro punto centrale per la fede cristiana: si può confessare che Gesù è Dio, andando oltre i criteri di ogni corretta razionalità e accettare il mistero che questo uomo di carne e ossa si porta dentro … è già molto, ma non è ancora la fede cristiana: È necessario confessare ancora che egli è un Dio crocifisso.

Il mondo ebreo uno scandalo così non lo sopporta, il mondo intellettuale greco lo ritiene un controsenso, una stupidità; un cristiano – ci ha messo un po di secoli prima di capirlo – invece accetta di cambiare anche la logica dell’esistenza, accetta di rinunciare a quell’idea di Dio che razionalmente a fatica può correttamente costruire per accogliere l’idea di Gesù: non più un Dio glorioso e potente, ma un Dio che si svela nell’amore e nel dono di sé.

Quella croce non è l’apoteosi del masochismo, come qualcuno – insultandoci – crede che noi siamo; non è l’apoteosi del godere a farsi del male o a star male, ma quella croce è il segno di una vita vissuta in dono, il segno della vera felicità, dell’amore donato fino all’ultima goccia di sangue.

30 Agosto 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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