Pietro vai, fidati di me, getta ancora in mare le tue reti

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 5, 1-11)

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Capita a molti nella vita di averle tentate tutte per riuscire in una impresa, per ricucire un amore strappato, per richiamare alla saggezza un figlio, per rimettere in sesto l’azienda, per ristabilire rapporti di buon vicinato con gli inquilini, per ridare pace a una parrocchia o a un gruppo … alla fine non se ne può più, non riesce niente, fiato e fatica sprecati, delusione e sconforto: il passo successivo è rassegnazione, è consapevolezza di impotenza, è scoraggiamento e in casi più gravi, in cose che ti prendono l’anima, è disperazione.

Forse era questo lo stato d’animo degli apostoli alla fine di quella giornata di pesca: erano provetti, conoscevano palmo palmo il fondo di quel lago, ne studiavano i venti, le basse pressioni, i movimenti delle onde capaci di riportare fuori dal letargo i pesci … ma quella notte niente! Era proprio notte anche nei loro umori.

Erano amici di Gesù, Pietro il padrone delle barche, era intimo di Gesù, lo ospitava spesso a casa, si sentiva sempre riempire il cuore di gioia quando lo ascoltava … avrebbe potuto portargli un po’ di fortuna anche nella pesca oltre che nella sua religiosità, nella sua voglia di essere uomo onesto! Invece … niente.  

Su questo stato d’animo di Pietro ci abbiamo fatto pure un canto nei nostri anni giovanili, ricordate? “Signore ho pescato tutto il giorno, le reti son rimaste sempre vuote, si è fatto tardi, a casa ora ritorno, Signore son deluso me ne vado. La vita con me è sempre stata dura e niente mai mi dà soddisfazione, la strada in cui mi guidi è insicura sono stanco e ora non aspetto più.” E il ritornello ripeteva l’invito di Gesù: “Pietro vai, fidati di me, getta ancora in acqua le tue reti. Prendi ancora il largo sulla mia parola con la mia potenza io ti farò pescatore di uomini”.

Gesù è lì presente ad aiutare i suoi futuri pescatori di uomini a cambiare testa, a fidarsi di Lui, a vivere veramente di fede: “Prendete il largo, ritornate a pescare, resistete al fallimento, siate perseveranti, fidatevi di una Parola, non di una congettura o di qualche colpo di fortuna. Io non vi lascio, sono qui a darvi la forza necessaria per il vostro stesso lavoro e per lavorare per il regno. I miei apostoli non potranno essere dei calcolatori, ma dei fedeli, degli abbandonati nelle mani di Dio mio Padre.”

E gettarono le reti.

“Sulla tua parola”: quella Parola per Pietro era già il vangelo, era la luce degli uomini, era la forza della vita, la potenza fatta carne, era Gesù stesso.

Pietro tutte le volte che si rivolgerà in seguito alla sua Chiesa si porterà dentro questa forte esperienza di fiducia, questo sguardo alto, questo prendere il largo in ogni senso e darà alla chiesa gli orizzonti della contemplazione e della missione.

Quando sarà al timone e si vedrà debole e vecchio non temerà perché quella Parola è potente. Gesù già presagiva la vita della sua chiesa, già prevedeva le nostre personali difficoltà e desideri di seguirlo e Pietro ce li ricorda e a nome di Gesù ce le conferma sempre ogni giorno con papa Francesco.

3 Settembre 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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