Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 25-27)
Ieri abbiamo contemplato il Crocifisso, oggi contempliamo sua madre che sta ai piedi di questo crocifisso, che è suo figlio: un coraggio unico, una maternità tutta avvolta nella partecipazione al presente e al futuro del Figlio. Tante mamme sono state colpite dalla morte del proprio figlio e tutte si sarebbero volentieri sostituite al figlio nella morte.
La nostra contemplazione si riempie di domande: dove è che Dio ha spiegato potenza, disperso superbi, rovesciato potenti, innalzato umili, rimandato ricchi? Qui sta avvenendo tutto il contrario.
E la Madonna del magnificat è lì: c’era la madre di Gesù come a Cana, come sempre nei momenti cruciali della storia della salvezza. Ne era passato di tempo, ne avevano macinato di kilometri Gesù e il suo gruppo … ora sembra tutto finito e buttato.
C’è Gesù che possiede ancora un tesoro prezioso, non si sente solo, ha ancora qualcosa, sente la dolcezza e la tragica dedizione di sua madre.
E’ più solo invece Giovanni, nella sua giovinezza, nel suo slancio, nella sua ingenuità di sognatore: ha bisogno di una madre per non smettere di sognare vita e salvezza … e Gesù si rivolge a lui: “Figlio ecco tua madre, tua madre sta qui.”
Quanto è confortante sentirti dire: qui c’è tua madre.
Quando la nostra croce o quella che vediamo sulle spalle degli altri risulta troppo pesante, guarda che qui c’è tua madre;
Se la tentazione è forte, qui c’è tua madre;
Se la disillusione è dolorosa, qui c’è tua madre;
Se la solitudine è insopportabile e l’incomprensione ti disorienta, guarda che qui c’è tua madre;
Se la scelta del tuo futuro è difficile e lo vedi oscurato, qui c’è tua madre;
Se la fame e l’ingiustizia, la paura e la violenza minacciano di spegnerti la speranza, qui c’è tua madre;
Se i tuoi occhi non scorgono più la bellezza della vita, qui c’è tua madre;
Se la guerra ti toglie anche l’ultima illusione di un mondo nuovo, qui c’è tua madre;
Se l’incanto del virtuale ti distrae dalla vita vera e te la deforma, qui c’è tua madre;
Se non riesci a deciderti di fare della tua vita un dono a una persona come te, per sempre, senza tentennamenti, contro tutte le tentazioni di ritornare a casa tua, qui c’è tua madre.
Maria è una grande consolazione, è una certezza, è un rifugio sicuro, è un punto di riferimento, è un approdo.
Ma Gesù non ha ancora terminato di offrire pace e salvezza, ha un desiderio da esprimere a sua madre: “donna, ecco tuo figlio”. E’ una preghiera a sua madre per Giovanni, per ogni giovane, per ogni persona che si è trovata travolta nella sofferenza, malati, anziani, positivi a una pandemia, incidentati e sbalzati da una moto, assassinati in attentati e guerre.
Lui conosce ogni smarrimento di ciascuno di noi e ci affida a sua madre, conosce la superficialità che ci tenta tutti e dice: questi, così come sono, anche se sono disgraziati, sono tuoi figli.
Quando non riescono ad ascoltare il Signore nel silenzio della preghiera e ad accoglierlo nella sofferenza, madre sono tuoi figli;
Quando non hanno il coraggio di vendere tutto, darlo ai poveri e seguire radicalmente il Signore, madre sono sempre tuoi figli;
Quando si lasciano smarrire nei meandri della droga, della delinquenza, dello sballo, madre sono tuoi figli;
Quando si sposano e tentano di costruirsi un futuro e non sono capaci di amarsi, madre sono tuoi figli;
Quando nella loro vita di giovani sposi non hanno più vino, non sanno più sorridere, hanno perso la gioia della vita, credono di adattarsi a vivere a pane e acqua, madre sono tuoi figli;
Quando per la malattia che li tormenta non riescono a sorridere, madre sono tuoi figli;
E’ questo il testamento di Gesù, è questo che motiva la contemplazione dell’Addolorata: noi siamo presi in affido da Maria, e la vogliamo custodire perché Gesù ce l’ha donata proprio nel momento della morte, nell’offerta di sé fino all’ultima goccia di sangue. E siccome in ogni Messa si rinnova quel dono supremo, noi sappiamo che ai piedi di ogni altare anche oggi c’è Maria che si sente dire da Gesù “sono tuoi figli”, e noi siamo confortati perché Gesù ci ripete “qui c’è tua madre”.
Oggi ogni sguardo al Crocifisso deve richiamarci la dolcezza di Maria, il testamento di Gesù per noi.
15 Settembre 2020
+Domenico