Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 9, 1-6)
Se hai dentro di te qualcosa di bello, un ideale che ti riempie la vita, un progetto che vuoi realizzare e che spesso ha bisogno di altri che lo condividono con te, non puoi non parlarne, uscire, coinvolgere, entusiasmare come lo sei tu, altre persone.
E’ il destino, il punto di arrivo di tutto l’insegnamento di Gesù ai discepoli: a un certo punto li invia, è la vocazione per loro; dopo averli tenuti con sè, dopo aver vissuto assieme facendo esperienza intima del Regno che stava nell’annuncio coinvolgente di Gesù, viene il momento di partire, di uscire.
Il capitolo 9 di Luca nei primi versetti almeno per tre volte ripete il verbo “uscire” … e Gesù traccia la carta di identità degli inviati, dei missionari, degli annunciatori del Vangelo: devono riprodurre i lineamenti di chi li invia; non sono consigli, ma ordini: “Non prendete nulla, là dimorate, uscite, scuotete la polvere”, perché ciascuno si prenda la sua responsabilità, non per disprezzo… sono tutti imperativi.
Non è che la fede di chi ascolta dipenda dalla credibilità di chi annuncia, perché la Parola è viva e efficace in se stessa, solo che chi annuncia ha la tragica possibilità di offuscare o annullare l’annuncio o renderlo non credibile.
Sono tutte indicazioni che andranno direttamente alla Chiesa, che prolungherà nello spazio e nel tempo la sua opera con la stessa autorità. Ora manda i 12 apostoli, alle dodici tribù di Israele, in seguito manderà i 72 discepoli, in tutto il mondo, ma sempre con lo stesso stile.
Soprattutto “ordina” la povertà, perché Lui l’ha vissuta per primo. Noi la accettiamo e la amiamo per amore suo e nel suo nome.
- La povertà è necessaria per amare; solo quando non hai nulla dai te stesso, cioè ami.
- La povertà è segno di gratuità, principio di ogni vita, grazia, bontà e bellezza.
- La povertà è vittoria sul dio mammona – soldi – facendo dei nostri bisogni un idolo, invece di riconoscere Dio, come il nostro grande bisogno.
- La povertà è fede in Dio invece che nel dio di questo mondo;
- La povertà è libertà di se e delle cose, per essere discepoli;
- La povertà costringe a servire gli altri; i poveri si devono servire;
- La povertà porta umiliazione e umiltà ci associa alla croce, necessaria per seguire Gesù;
- La povertà è il vuoto, condizione per accogliere l’azione di Dio, che ci riempie della sua Grazia;
- La povertà è quel “nulla” prendete: ci associa al corpo di Gesù, per il quale solo dirà: “prendete e mangiate”. E questo unico Pane sarà sempre con noi, fino alla sua venuta
Il cristiano che annuncia necessita solo di questo nulla, che gli è bastone, tesoro, pane, denaro e vestito.
23 Settembre 2020
+Domenico