Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 11, 5-13)
«… Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Ti capita talvolta nella vita di aver perso la fiducia in tutti: l’amico del cuore ti ha abbandonato, anzi ha usato la tua amicizia per fare i suoi interessi, le persone con cui hai sempre collaborato ti hanno voltato le spalle nel momento del bisogno; quando ti senti colpito da dicerie, i tuoi vecchi amici ti evitano. Se chiedi qualcosa devi guardarti da quello che ti danno, non è sempre il meglio e spesso può essere un tranello … ma c’è ancora qualcuno di cui ci si può fidare ciecamente?
Avere fiducia è una sete necessaria per vivere: chi vive di sospetti si ammala e trasforma la vita in un inferno.
Gesù ci presenta suo Padre, che è anche Padre di tutti noi, come un porto sicuro: le sue braccia sono la gioia più grande che ci può capitare; ho negli occhi tante immagini di ragazzi e ragazze che si sono buttati nelle braccia di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVI o di papa Francesco con la sete di un abbraccio definitivo e il desiderio di un cuore tutto per loro.
Dio è per noi ancora più di qualsiasi abbraccio umano: Lui è il porto sicuro della nostra vita. Se riusciamo a maturare nella preghiera questa confidenza abbiamo in noi la chiave della serenità della vita e della felicità.
Fuori dalle sua braccia non possiamo cadere: da Dio non ci aspettiamo né scorpioni, né pietre, ma pane e vita.
Nel fondo di ogni cuore di padre c’è una bontà impensata, verso i propri figli, scritta nel dna dell’esistenza: il giovane più spavaldo, il lavoratore più duro, il manager più severo, il pugile più deciso di fronte al suo bambino, si strugge e si scioglie. La sua grande mano in quella piccola del bambino sono una forza sicura e un affidamento totale.
Se voi che siete cattivi – dice Gesù nel Vangelo – vi intenerite così per i vostri figli, non volete che il Padre vostro celeste non sia ancor di più amorevole con voi?! Che idea di Dio vi siete fatti? Pensate ancora che vi aspetti col fucile in un’imboscata?
Nel suo silenzio ci affidiamo a Lui, senz’altra prova che la fiducia in Lui che si è consegnato proprio a noi: proprio così vinciamo la menzogna antica che ci fece vedere in Dio un nemico, sordo e ostile, e ci abbandoniamo a colui che noi abbiamo abbandonato e decidiamo di tornare ad essere suoi figli.
E’ questione di fede: la fede non è solo e soprattutto tenere per vere cose che ci paiono impossibili, ma sentirci sempre nelle braccia di Dio, avere fiducia del Signore, smettere di lagnarci ogni volta che prendiamo coscienza della vita e iniziare la giornata con Lui, con la certezza di stargli a cuore come ogni figlio al Padre, e concluderla sempre nelle Sue braccia.
8 Ottobre 2020
+Domenico