Non fa l‘fanatico, vedrai che ce la facciamo lo stesso

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 25, 1-13)

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Nella vita ci capitano spesso cose improvvise, nonostante tutte le precauzioni che abbiamo preso: gli incidenti stradali, le malattie, eccetto il COVID-19, che però sai che c’è, pratichi tutte le mascherine e abluzioni possibili, poi ti trovi che sei positivo, le stesse persone che incontri dopo tanto tempo ti spaventano.

Ci sono cose però che pur vengono all’improvviso, però sai che arrivano, ti alleni a vigilare per il lavoro stesso che tu fai. Qui ci deve essere sempre molta attenzione devi stare sempre all’erta.

Essere preparati a vivere bene tutti gli avvenimenti che la vita ti porta non è sempre facile: talora siamo in ansia, come quando si aspetta la nascita di un bambino, la data di un esame, il giorno del matrimonio, altre volte invece ci si adatta, ci si spegne e anche le cose più importanti ti passano senza che te ne accorga e perdi occasioni belle, determinanti e decisive.

Hai messo il silenziatore alla tua vita, ti sei collocato in stand by e aspetti che la vita si faccia da sola, le decisioni si realizzino automaticamente … e invece la vita passa e non te ne accorgi.

Erano con attese di questo secondo tipo, anche se non erano della protezione civile, quelle ragazze che dovevano fare festa allo sposo: dovevano aspettarlo per celebrare con lui le nozze, per dire con le loro grazie la bellezza della vita; cinque di loro erano sveglie, in attesa, preparate, sollecite; le altre invece tranquille, ancor peggio adattate e assopite, svogliate e pigre. Sembrano il ritratto del nostro “tirare a campare”: ma sì, vedrai che a tutto si trova un rimedio … molti si affannano, ma vedrai che noi all’ultimo momento troveremo di intrufolarci in qualche parte, riusciremo come sempre a soffiare il posto a qualcun altro, a sfruttare l’occasione. Se siamo in ritardo passiamo sulla corsia di emergenza!

Una vita che non prende mai decisioni, si adatta e naviga a vista, non progetta, né prevede, non costruisce, ma vive di rimedi, non collabora, ma sfrutta. Il gioco può essere anche bello, ma lo sposo, il centro della festa, lo sposo che è il Signore Gesù, non lo si può aspettare addormentati sulle nostre comodità, invischiati nei nostri egoismi e pigrizie, calcolando inganni a danno dei buoni.

Il Signore passa e se non trova un cuore pulito che lo invita, gli fa posto, non forza, non costringe, non toglie la libertà che stiamo usando male, la rispetta e passa oltre.

Altri sono in attesa di lui, hanno fame della sua parola, sanno che le sue nozze sono determinanti per la loro vita: lo avranno, lo accoglieranno, faranno di lui il centro della loro festa.

Infatti il Vangelo, in maniera quasi inaspettata per il nostro buonismo che non permette mai di dire “si, si; no, no” ma che continua con falsa pietà a giustificare tutto, dice perentorio quella frase tremenda e agghiacciante “e la porta fu chiusa”.

Fu chiusa la porta non della bontà e della misericordia di Dio, ma della coscienza, della libertà spesa bene, della vita generosa, della ricerca della vera felicità. Fu chiusa la porta delle scelte, per entrare nella delusione dell’adattamento.

E’ in gioco la nostra vera gioia, ma dobbiamo essere coscienti che Dio è sempre esigente, proprio perchè ci dà tutto quello che è necessario per fare la scelta giusta. 

8 Novembre 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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