Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 17,7-10)
C’è un dono dello Spirito Santo che vien regalato ad ogni cresimando, il “timor di Dio”: nessuno dei ragazzi lo scambia con l’aver paura di Dio, ma sa che significa soprattutto riconoscere Dio come il nostro creatore e noi essere creature.
Invece da parecchio tempo un male sottile si insinua nelle nostre vite, colorandosi di grande attualità e necessità: l’autorealizzazione, il protagonismo, essere creatori e signori assoluti di noi stessi.
Siamo noi che decidiamo quando vivere e quando morire, che volto dare a questo universo, chi ritenere degno di stare su questo pianeta e chi no, chi ammettere alla mensa della vita e chi scartare, che senso dare ai nostri giorni e al mondo, decidere che cosa è bene e che cosa è male … e più progrediamo nella costruzione di questo nostro “castello”, più l’umanità precipita ai limiti della sopravvivenza.
Ieri comandava l’ignoranza che veniva scambiata per divinità, oggi comanda la superbia scambiata per intelligenza e progresso.
L’equilibrio non è facile, ma un principio cui ispirarci e a cui orientare la nostra vita il Vangelo ce lo dice: siamo semplicemente servi. L’uomo è qualcuno e può dire una parola significativa sul mondo, sulle cose, sulla vita solo se è Dio a dargli la parola, a renderlo soggetto attivo.
Essere servi non significa essere schiavi, significa sapere che non siamo i padroni dell’universo, degli altri uomini, della vita, del bene e del male, della giustizia e della verità, ma solo semplicemente servitori: servitori e figli che hanno un riferimento assoluto in Dio, che si fanno misurare dalla sua parola, che lavorano e respirano nell’aria del suo amore.
E’ la riconoscenza, la gratuità, la dignità riconosciuta di ogni uomo, il rispetto la collaborazione, la solidarietà, il perdono vicendevole, il sentirsi in debito gli uni verso gli altri e tutti nei confronti di Dio: questi sono i veri sentimenti della persona, dell’uomo, della donna, del giovane, del vecchio, del ragazzo, del bambino … non certo il potere, la sopraffazione, il disprezzo, la tirannia, l’ubriacatura dell’onnipotenza, la manipolazione della vita.
L’intelligenza delle cose belle, le intuizioni dello sviluppo umano, la ricerca del progresso, le scoperte scientifiche, la crescita in umanità, le soluzioni dell’economia, gli approfondimenti dei misteri della natura e della vita nascono e si sviluppano nella direzione giusta solo se ci sentiamo semplicemente “servi”, come dice il Vangelo.
10 Novembre 2020
+Domenico