Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 17, 20-25)
Siamo continuamente stuzzicati dal Vangelo con alcune domande che ci sono sempre sembrate di catechismo. Il regno di Dio c’è? Quando viene? E’ qualcosa in cui dobbiamo entrare? Già la Chiesa mi pare stretta e intendo che cosa vuol dire appartenervi.
Questo fantomatico regno che è ? ‘ndo sta?
Proviamo a pensare al regno di Dio come stiamo invocando la fine di questa pandemia, che, tronfi come sempre, avevamo prima negato, poi sminuito, ora più cauti speriamo almeno di non tornarci dentro come in primavera.
Insomma anche sulle cose di Dio noi siamo sempre quelli: saputelli, mancanza di senso del limite, scienziati che tagliano il capello in 4 … invece dobbiamo avere consapevolezza che di fronte alla scienza siamo sempre alla scuola primaria e di fronte alla grandezza e bontà di Dio nemmeno alla scuola materna.
Il progetto di Dio sul mondo l’abbiamo ridotto al Vaticano, la sua misericordia a un elenco di peccati rassicurante, ben recitato; il suo amore per noi, che appare sempre gigante sulla croce una sorta di non senso….
Alle nostre domande vere anche se non sempre profonde, tipo «Quando verrà il regno?». «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione – dice Gesù – Il regno di Dio è in mezzo a voi.»
Gesù ci libera da tutte le delusioni che la nostra piccineria inanella!
Io ho studiato matematica e da questa visione la fisica: non finisco mai di stupirmi. E Dio, il suo progetto lo scrivo su una lavagna? Lo ritengo il solito discorso religioso di chi campa i piedi per l’aria?
Gesù sorpassa il nostro tendere a rinchiudere tutto dentro qualche pur incerto confine rassicurante.
Siamo tanto intelligenti e pieni di fede in Dio che la prima preoccupazione che abbiamo avuto in questi ultimi tempi era un investimento sulle transenne, un ricupero di sagrati, un posto in piedi nei banchi soprattutto davanti.
Il regno non è transennabile! Semmai è vero il contrario: il regno è già presente, ci avvolge e ci abita e senza strepitare ti si para davanti, ce l’hai davanti e non lo hai mai percepito. Frequenta il nostro intimo mondo interiore e tutte le dinamiche delle nostre relazioni. Non è manipolabile il Regno di Dio, non è imbottigliabile in luoghi, tempi, esperienze, sentimenti, concetti. Nemmeno dogmatici o morali.
Ho il difetto di aver studiato più matematica che dogmatica forse, ma almeno di non poter vivere senza il Vangelo non solo in tasca.
Dio e il suo regno debordano sempre. Dio desidera abitare con noi, incarnarsi nei nostri poliedrici mondi. Quanto mi piace questa fotografia del regno di Dio che spesso usa papa Francesco: un “poliedro” con tante facce tutte in comunicazione piena e non soffocante, come forse farebbe pensare di più l’immagine della sfera.
Non teme, Dio, di sporcarsi di vita umana: è qui per renderla piena e divina.
12 Novembre 2020
+Domenico