Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 12-19)
Abbiamo tutti letto fin dai primi anni di catechismo di martiri, di gente che ha dato la sua vita per testimoniare la fede in Dio, l’amore di Gesù Cristo per tutti gli uomini, la conduzione di una vita integra nei suoi valori … i primi tempi della Chiesa furono tempi di testimonianze fino al sangue!
Oggi però non è cambiato molto … siamo costretti a vedere ancora il dilagare di una cattiveria senza confini: Cristiani vengono uccisi solo perché sono cristiani, solo perchè “vanno in Chiesa”; Esistono piani di sterminio calcolati a tavolino e attuati senza pietà: vengono rase al suolo chiese, cancellati tutti i segni di una fede anche millenaria, per far scomparire ogni traccia di ricerca di Dio, per avere una piazza su cui fare i propri affari senza nessuno che metta un seme di dubbio nella cattiveria e nell’ingiustizia che copre gli interessi di una dominazione assoluta.
E assistiamo però anche a un coraggio indomabile: a persone che sanno perdere tutto, per salvare la propria fede in Dio, che non è un fatto intimistico, ma deve essere conosciuto da tutti e provocare cambiamenti di vita, avviare cammini di bontà.
E’ il mistero della grandezza di Dio: “Vi perseguiteranno, metteranno le mani su di voi, vi trascineranno in tribunale, vi giudicheranno, non sapranno guardarvi negli occhi, crederanno di farvi paura…”
L’odio contro il credente deve essere solo a causa del suo nome, non per altri motivi, come, per esempio, quando ci stiamo occupando solo per una nostra fetta di potere, di sopruso o di supremazia.
Ma Io – dice Gesù sarò sempre lì con voi: quel Gesù che hanno messo in croce duemila anni fa è sempre di nuovo portato al supplizio nelle vite dei cristiani … e questi hanno una forza indomabile: “Vi metto io in bocca le parole, vi do io la forza di sopportare l’esilio, il nascondimento, la perdita dei vostri diritti, la lacerazione dei vostri legami di affetto”.
E’ un mistero di dolore che noi cristiani benestanti e benpensanti facciamo fatica a capire. A noi l’essere cristiani non costa niente, ci stiamo adattando a tutto, viviamo di compromessi, abbiamo addomesticato il Vangelo e forse lo usiamo per coprire la nostra ignavia e infedeltà.
Il nostro è sempre il tempo in cui il Vangelo ci porta a riflettere sulle realtà ultime, sul giudizio, sulla tenuta della nostra fede; ci è chiesto oggi un minimo: la solidarietà, il sentirci con questi nuovi martiri che rinforzano la nostra fede, un corpo solo, il corpo martoriato di Cristo, destinato sempre alla risurrezione, unito nella preghiera e nella speranza.
Si può essere martiri espliciti per la nostra fede, ma anche perché paghiamo con la vita la nostra dedizione al prossimo, la difesa del debole, la possibilità di una vita più umana per tutti … ma non temiamo quelli che possono uccidere il nostro corpo, la nostra vita è presso il Signore: chi ci fa del male invece di separarci da Lui, ci mette più vicini a Lui … e così possiamo contemplare il suo volto come santo Stefano, lapidato e fatto testimone imbattibile.
25 Novembre 2020
+Domenico