Che vita presentiamo al Signore?

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 1, 1-4)

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Audio della riflessione

C’è un personaggio austero che ha preso casa nel deserto: si è ritirato lontano dal rumore delle città, lontano dalla vita indaffarata dei commerci e degli scambi, soprattutto ha lasciato il tempio, il luogo dedicato alla vita spirituale, unito a doppia mandata con il potere politico.

Conduce una vita austera, non veste certo Dolce e Gabbana, ma peli di cammello che tiene aderenti al corpo con una cintura, mangia quel che il clima e l’habitat arido del deserto ancora offre: miele selvatico e locuste.

Soprattutto è importante ascoltare quel che dice: “in questo nostro tempo sta capitando qualcosa di inaudito, di completamente nuovo, di grande nel mondo. Dio vuol tornare ad essere speranza per tutti, gioia e consolazione dei poveri, giustizia per i molti diseredati, salvezza per i nostri innumerevoli peccati. Dio vuol venire ad abitare su questa terra: questa è la notizia sconvolgente che deve farci accapponare la pelle. Ma vi rendete conto? Dio non è più l’irraggiungibile, colui che non si può nemmeno nominare, ma viene ad abitare in mezzo a noi.”

E che umanità gli presentiamo? Con le nostre vite di oggi lo sappiamo individuare o immersi come siamo nei nostri loschi affari o nelle nostre mediocrità non ci accorgeremo nemmeno?

C’è da cambiare testa se vogliamo riuscire a capire quello che Dio ci dona!

L’opera di Giovanni è per un certo verso facile, non definitiva, ma ardua da far capire. Lui deve solo preparare: “Sgomberiamo la vita dai nostri peccati. Laviamoci, lavatevi, fate un po’ di pulizia. L’acqua in cui vi immergerò è un segno di una purificazione più profonda che colui che viene dopo di me opererà in voi con un’altra forza che non riesco nemmeno a immaginare”.

Immaginiamo che sia rivolto anche a noi questo discorso. Stiamo preparandoci al Natale, al Signore che viene. Che vita gli presentiamo? E’ la solita routine senza slanci, né cambiamenti? E la solita distribuzione di giocattoli, che aiutano più noi a mettere a posto la coscienza e a pulire gli armadi che quelli che li ricevono?

Giovanni è severo, ma credo che lo dobbiamo essere tutti anche noi con noi stessi. Una vita cristiana a qualche maniera oggi non dice niente a nessuno e ancora prima a noi: o ci mettiamo di impegno a leggere la Parola di Dio, a fermarci a contemplare su che senso ha la nostra storia e la storia del mondo e in questa riflessione torniamo a Dio, alla sua legge, ai suoi disegni d’amore oppure non val la pena di credere.

E Dio che fa? Dio non ci abbandona, e noi viviamo di attesa.

6 Dicembre 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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