Giovanni, l’attesa

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 7,19-20) dal Vangelo del giorno (Lc 7,19-23)

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

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La storia, che spesso sembra solo la sequenza di giorni tutti uguali, ha dei momenti cruciali che la dividono in due, “prima” e “dopo”: è l’inizio di una guerra, è la data di un avvenimento che ha portato gravi conseguenza alla vita civile, è una data della nostra storia personale, come quella del matrimonio o dell’inizio di un impiego o dell’incontro con una persona.

In seguito si dirà prima di quel giorno, dopo quel fatto, dopo il matrimonio … è così anche nella storia della nostra salvezza: la venuta di Gesù è un grande spartiacque della storia del mondo, è il vero fatto decisivo che ha cambiato il mondo, è il punto di arrivo di una lunga attesa e il punto di partenza di una  nuova era.

E Giovanni il Battista si trova allo “spartiacque”: lui annuncia Gesù, che sta per inaugurare il nuovo mondo e proprio per questo avverte di portare il peso del vecchio; lo porta con dignità, con la consapevolezza che deve cedere al nuovo che arriva, con la coscienza che si deve spendere per qualcosa e per qualcuno che annullerà la sua esistenza, la farà ritenere sorpassata, conclusa, “vecchia” appunto.

Il primo testamento è proteso e comprensibile solo nel nuovo, nel secondo: questo compito lo porta con grande dignità, dedizione, passione; vuole che Dio alla sua venuta trovi il mondo preparato, vuole che il suo mondo destinato a tramontare si trasformi nel nuovo, metta in atto tutta l’invocazione di cui è capace, viva di attesa e in questa attesa si trasformi.

Con la presenza di Gesù si avvera un fatto del tutto nuovo, che non è in continuità col vecchio: il più piccolo del Regno inaugurato da Gesù è fatto figlio di Dio, partecipe della sua natura, è salvato, è liberato dalla catena del male, ha ricevuto lo Spirito che gli fa gridare a Dio “papà”.

Il passaggio al nuovo non sarà indolore: anche il Battista subirà violenza, come Gesù, come tutti gli apostoli.

Una caratteristica del figlio di Dio, dell’uomo nuovo, è che porterà su di sé la violenza del mondo senza restituirla, la sradicherà portandola su di sé, caricandosela sulle spalle come una croce.

Giovanni è da seguire perché ci indica la via e ci porta a Gesù, non ci lascia in pace finchè non gli abbiamo fatto posto: Lui è la figura dell’attesa, Lui che colma ogni nostro pur grande desiderio, e dentro questo avvento, che quasi si protrae sulla novena di natale che cominceremo domani, abbiamo sempre da combattere con questa pandemia, abbiamo sempre da vivere in tensione anche di aiuto per tutti gli altri.

Ciascuno di noi è importante per gli altri!

16 Dicembre 2020
+Domenico

Per il quale Dio non ci abbandona mai.

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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