Lascio ai giovani di continuare a tenere accesa la luce

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 2, 22-35)

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Quando nasce un bambino in una casa, la prima festa la fanno i genitori, i fratellini, se ci sono, i nonni soprattutto, i parenti passano a far visita … quel fiocco alla porta segnala a tutto il vicinato che c’è una presenza nuova, il telefono squilla in continuazione, il padre va in comune più presto possibile a registrare la sua nascita … ma la nascita del bambino non è “completa” se non c’è un momento ufficiale che lo consegna alla comunità; ogni popolo primitivo aveva un atto pubblico che definiva questo momento: per gli ebrei era portare il bambino al tempio per dichiararlo davanti a Dio, riconsegnarlo quasi con orgoglio e gratitudine, scrivergli nel corpo l’appartenenza a un popolo.

Noi oggi lo facciamo col battesimo, come atto e dono al figlio di una comunità più grande e di una immersione nella vita di Gesù, il centro della nostra fede.

Anche Gesù fu portato al tempio: anche lui ha fatto questo suo primo ingresso, da Figlio di Dio, nel popolo che Dio stesso si era scelto come prediletto … e lì ad attenderlo c’è tutta la speranza dei secoli che lo hanno preceduto, c’è una figura ieratica, severa, tenace, Simeone: un vecchio che non ha mai perso la speranza di poter vedere la salvezza.

Dirà soddisfatto: “ora Signore mi puoi chiamare a te. Ho presidiato il tempio in attesa del salvatore, i miei occhi stanchi lo hanno visto, il mio cuore è pieno di gioia, lascialo scoppiare perché la mia vita ha raggiunto il massimo cui aspirava. Ho nel cuore una soddisfazione impensabile. Non ho atteso invano, non ho speso inutilmente i miei giorni a tener accesa questa fiaccola che ora è luce purissima che invade il mondo. Il nostro popolo può uscire dalle tenebre in cui si è cacciato come sempre quando si allontana da te. Certo chi ti segue avrà una vita in salita, dovrà sempre confidare solo in Te, e Tu ci metti sempre alla prova, perché vuoi vagliare il nostro cuore, ma ora l’attesa è finita: Lascio ai giovani di continuare a tenere accesa la luce, perché loro vivano di speranza!”

I giovani imposteranno la vita sulla speranza, se ci sono adulti e anziani che la addita a loro, che rimangono sempre sulla breccia, che non si piegano alla moda dei tempi, ma sanno tenere lo sguardo vigile sui valori, anche se sembra che più nessuno li segua: loro devono indicare alle giovani generazioni in questa terra spaesata che il cielo non è vuoto!

Oggi però è chiesto ai giovani stessi di tenere in vita noi anziani, perché la pandemia ci sta falcidiando: non vi vogliamo rubare il futuro, ma almeno aiutarvi a non prendere le nostre cantonate, a fare i nostri sbagli e così lavorare per un mondo più bello di come ve lo abbiamo ridotto noi.

29 Dicembre 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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