Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 2, 1-12)
Ieri sera prima di andare a dormire o questa notte abbiamo completato il presepio: erano forse già collocati in vista questi tre personaggi stravaganti nei vestiti, nei regali, nel seguito, e oggi sono stati avvicinati alla capanna di Betlemme … si conclude qui l’elenco degli invitati, con i re magi.
La tradizione vuole che fossero tre anche se nessuno nella bibbia l’ha mai detto, ma quello che ci interessa è che cosa e chi cercano e perché sono tanto considerati nella nostra tradizione cattolica: sono l’immagine della ricerca anche pensosa di Dio, della vocazione dell’umanità, che noi ancora ci incaponiamo a chiamare “destino”, del punto di arrivo di ogni ricerca umana.
- Cercare è non sentirsi soddisfatto di quello che si ha e osare di volere “la luna” ..
- Cercare è farsi domande profonde: chi sono? dove vado? perché esisto? che senso ha la mia vita?
- Cercare è lasciare la certezza per sperimentare la sorpresa;
- Cercare è rispondere all’impulso interiore della libertà;
- Cercare è non lasciarsi fasciare da nessuna comodità;
- Cercare è rincorrere Dio che non si lascia mai prendere … è lasciare che la speranza sia il motore della vita;
- Cercare è tendere l’orecchio a chi ti può chiamare;
- Cercare è ascoltare una parola che ti provoca a camminare;
- Cercare è togliersi le cuffie per lasciarsi destabilizzare dalle relazioni vere;
- Cercare non è fuggire nel virtuale, ma perforare la realtà per seguirne le tracce;
- Cercare è lasciarsi incontrare, è spesso solo tenere aperti gli occhi sulla vita, sulle persone, sugli altri, è inseguire l’orizzonte che s’allarga all’infinito;
- Cercare è vivere da innamorati, innamorati di Gesù e del suo mondo di pace.
L’Oriente è sempre stato visto come la terra degli scienziati, dei saggi, dei cercatori di ragioni per vivere, di mondi eterei, dedicati al sapere, alla ricerca della felicità non da quattro soldi … loro scrutavano il cielo, ne leggevano continuamente i messaggi, non erano dediti alle guerre, non dedicavano la loro vita a costruire armi, a fare battaglia, a seminare terrore.
Hanno visto una stella curiosa, strana, ne hanno letto l’indicazione: nasce il Messia, linguaggio figurato fin che vogliamo, ma capace di dirci che ci sono da cercare continuamente ragioni di vita e di speranza.
Cercare ragioni di vita, vuol dire che non ne abbiamo abbastanza di quelle che ci presentano i talk show o le star del rock o gli eroi dello sport: vogliamo qualcosa di più! Non ti riempiono la vita nemmeno le belle e buone amicizie, il successo nel lavoro, una buona vita di famiglia.
L’uomo è fatto per qualcosa di più grande: c’è un inquietudine sempre che affiora e che non si deve seppellire … e – dice il Vangelo
“una volta trovatolo, lo adorarono.”
Adorare Dio oggi è impegnativo: vuol dire che riconosci al di fuori di te le ragioni del tuo essere, mentre sei circondato da gente e da insegnamenti che ti dicono che sei autosufficiente, salvo poi a darti alla droga o all’alcol o ai maghi per trovare ragioni per una vita decente.
Adorare significa che hai pure un corpo bello, lo puoi continuamente perfezionare, curare con ore di esposizione a tutti gli specchi possibili e a tutte le creme più sofisticate, ma alla fine c’hai un’anima, da mettere al centro, hai un cuore da servire, un amore da sprigionare e un Dio che ti insegna la vera arte di amare: Lui adori.
In questa ricerca si collocano coloro che si donano a Dio, si sono collocati coloro che si sono fatti preti o suore: hanno seguito una stella, si sono domandati tante volte dove sta la felicità; hanno lasciato casa, amici, superficialità, i progetti di tutti; hanno investito in una direzione come i cercatori d’oro, hanno setacciato il fiume della vita per cercare le famose pepite, e in questa ricerca come tutti i giovani erano guidati da un istinto infallibile, che è l’amore.
A chi darò la mia vita? Chi mi merita? Chi potrà sentirsi felice con me? A chi potrò dedicare la mia persona perché ne nasca felicità per me e per tutti.
Sono le domande che ogni giovane si fa nella sua esperienza d’amore: non si domanda solo qual è la ragazza più bella? Che figurone faccio se riesco a scarrozzarla e a farla vedere a tutti in piazza? Una ragazza non si accontenta di sentire qualche fischio quando passa o qualche complimento, sempre più pesante e volgare in questo nostro mondo materiale, ma vuole sapere con chi può costruire felicità per se e per tutti, ed è così anche per ogni ragazza: non si lascia incantare dal principe azzurro, vuole concretamente capire se qualcuno è disposto a donarle la sua vita.
La ricerca dei magi è arrivata a Dio e oggi ci dicono che lui, il Signore della vita e della storia è la loro felicità … ed è una felicità vera, che non finisce mai.
Oggi ci aiutano a togliere il vetro all’orologio e buttare via le lancette o resettano sul digitale il programma per far sparire i numeri e far comparire la parola “sempre”: vogliono dire anche a noi che è bello seguire Gesù, che essere poveri non è una condanna, ma una libertà, di fronte a tutte le ingessature dei soldi; ci ricordano che la vita è bella se il centro è Gesù, che il nostro amore umano, l’amore di coppia, l’amore dei genitori, l’amore tra amici deve sempre avere come riferimento Gesù.
Ma torniamo, per un ultimo sguardo, al presepio … nei pressi, e in qualche presepio se ne fa vedere l’artiglio, sta appostato Erode, l’avvoltoio che cala sulle nostre ingenue aperture all’infinito; ha molti volti: tutti i nostri quando non sanno apprezzare il bene che faticosamente altri, i nostri genitori, gli amici, i nonni hanno da donarci; ha il volto dell’egoismo, il volto dell’indifferenza, della paranoia, della vergogna cui soccombiamo di fronte agli amici quando si tratta di essere cristiani convinti; ha il volto del vizio.
Per mantenere la speranza intuita. occorre passare sempre da un’altra strada per evitare questo Erode …
… e tornarono da un’altra strada.
Carissimi,
qualche strada bisogna cambiarla, se vogliamo mantenerci puliti e belli dentro e fuori … questa pandemia ci sta insegnando che strada sbagliata è sentirsi autosufficienti e vivere da autocentrati ed egoisti: è la strada di Erode, e non vogliamo che sia la nostra.
6 Gennaio 2021
+Domenico