Battesimo di Gesù

Credo che qualche volta almeno ci ritorni la domanda: Questo Gesù che ho iniziato a conoscere da bambino al catechismo, in casa, a scuola… dove l’ho lasciato? Come mi si presenterebbe oggi? Che mi sta dicendo di Lui la chiesa dove vado a messa? Mi porta davvero a Lui? E Lui Gesù dove sta? Dove si fa trovare?

L’attesa del Messia della gente di allora poteva avere alcune di queste domande … e Gesù nella sua prima uscita pubblica si fa riprendere mentre fa la fila coi peccatori a ricevere il battesimo di Giovanni Battista.

C’è un fremito di attesa tra la gente: non ne può più di promesse, di speranze ingannate, di ingiustizie subite, di disorientamento generale … come un po’ noi con questa pandemia in cui riusciamo a capire sempre di meno che cosa ci capiterà, tempo in cui l’attesa si fa ansia, la domanda pretesa.

Ci sarà qualcuno che potrà rispondere a un popolo tenuto in vita da promesse, a una vita che continua a cercare e che brancola sempre nel buio, che deve procedere a tentoni difendendosi da continui inganni? Chi ci può aiutare a destreggiarci tra i mille ingannatori dell’esistenza, tra le mille immagini che ci vendono felicità e che alla fine ottengono l’effetto di convincerci che non c’è?

Giovanni, il battezzatore, per questa ansia ha trovato la strada e la gente fa la fila: nella fila c’è Gesù. è Lui la meta, è Lui la forza, è Lui la luce della vita!

Per Lui occorre sempre preparare la strada: non basta un Avvento per spianare terreni accidentati e scoscesi in vallate di accoglienza, la nostra vita anche dopo il Natale è tentata di arroccarsi, di indurirsi di fronte all’accoglienza di Gesù, del povero che è sempre l’immagine più vera di Dio.

Occorre sempre che qualcuno annunci con voce forte che Dio è vicino, che la solita melma che intacca l‘esistenza non può sommergere la nostra speranza … e Gesù fa la fila dietro le nostre miserie e speranze, dietro il nostro egoismo, le nostre furbizie, i nostri tentativi anche sinceri di trovare risposte alla vita; si colloca dietro l’ansia di sapere se ancora potremo avere la convinzione e il coraggio di far nascere nuove vite nelle nostre famiglie, di mangiare senza la paura di ingoiarci un veleno, in questa terra inquinata di avviarci verso il declino dell’esistenza senza pensare di concluderla intubati in qualche terapia intensiva o aiutati a morire con un suicidio assistito – definito morte dolce – si colloca dietro la nostra fatica di tenere alta e esigente una concezione di vita che continua a subire attacchi di egoismo, di adattamento al ribasso ..

… ecco, in questa nostra fila si fa trovare Gesù: è in mezzo a noi, folla di peccatori, in segno di solidarietà a dirci che con Lui una risposta c’è, una speranza c’è, non resteremo delusi, la pandemia non è un destino, ma una prova … e nella nostra fila di vita in ricerca, non si sente sminuito dall’essere simile a noi, dal condividere la nostra umanità, perchè in Lui non c’è malizia o peccato.

E in mezzo a noi prega: nel pregare ci apre il cielo, ci apre alla vita vera, a una iniezione di novità, di energia, di Spirito Santo che incendia di bontà la nostra esistenza.

E quella fila di peccatori, di disperati, diventa con Lui, con questo cielo aperto, una comunità che si vuol bene, non solo una fila di gente che aspetta il suo turno, diventa una chiesa che si aiuta, che si mescola come sempre nei meandri della vita di tutti i giorni, la condivide con tutti, portandovi speranza, senso …

  • portando acqua che lava e rigenera: il battesimo c’è sempre, a disposizione, non è più di moda, ma è il primo dono che facciamo ad ogni creatura, per immergerla nella morte e risurrezione di Gesù;
  • diventa crisma che dà ardore alla vita con lo Spirito Santo nella Cresima, guida nel darci preti e vescovi, olio santo, per confortarci nella malattia;
  • diventa pane e vino che ci nutre, sta con noi e ci accompagna in ogni Messa;
  • vince ogni riduzione egoista degli affetti diventando dono d’amore col matrimonio, che crediamo sempre più inutile, solo costoso e fumoso;
  • si fa perdono che risana fragilità e riavvia vite disperate – i confessionali ci sono ancora – e ci permette di compiere per la sua misericordia opere giuste, scelte difficili e impegnative, ma vere di perdono;

Tutti questi doni di quella fila diventata Chiesa cambiano quella fila in comunità di speranza: allora non c’è più spazio per la depressione perchè questo nostro Gesù da quel Natale rimane sempre un Emmanuele, il Dio con noi, anche quando, come stasera, torniamo a rimettere negli scatoloni il presepio.

10 Gennaio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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