Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 2, 13-17)
Di questi tempi sta diventando ancora più difficile soprattutto per il mondo giovanile, ma anche per chi, sposato, si è fatto una famiglia e vede che la pandemia gli ha sconvolto l’esistenza, tolto la sicurezza, spinto a una ricerca spesso affannosa di nuove possibilità di lavoro e di vita sociale, trovare soluzione alla propria ricerca, alle sue necessità e a una urgente riprogettazione della sua esistenza.
Qualcuno invece non si pone tanti problemi di scelta. Ha trovato due o tre occasioni, le ha seguite, una gli sembra buona e se ne sta tranquillo a vivere di rendita: è una vita senza lode e senza infamia come tutte del resto … “Non faccio niente di speciale, ma sto bene, ho amici, ho fascino, ho soldi, che vuoi di più? Mi tengo pure sempre la mascherina, non vado a nessuna movida …”
A un certo punto però si accorge che c’è qualcosa che non quadra nella sua esistenza, oppure viene posto di fronte con evidenza a una luce, a una intuizione, a una verità che gli fa cambiare radicalmente strada: gli si aprono gli occhi, percepisce dentro una voce, una spinta che non lo lascia tranquillo.
Levi (Matteo) era uno di questi: pacifico, stava a contare i suoi soldi in banca, a spostare danaro, a fare “bonifici”; aveva un lavoro fisso, disprezzato da tutti perché se la intendeva per forza di cose con i romani, che occupavano la Palestina; un avvenire sicuro, una cerchia di amici della stessa risma che gli faceva da cortina di fumo per non vedere i problemi, qualche bella cena, qualche buona avventura e guadagno sicuro. Della rispettabilità non gli interessa, tanto per i soldi tutti si creano una maschera e fanno tacere a pagamento se fosse possibile anche la coscienza.
Un giorno però gli capita al banco, dove sta contando euro a non finire, Gesù: e Gesù punta su di lui lo sguardo, il dito, la sua persona, la sua voce perentoria, tutto il suo fascino e gli dice “Seguimi!”
E’ un fascio di luce, un dito puntato, uno stupore, una sorpresa: ti serve qualche donazione per i quattro straccioni che ti seguono dovunque vai? Hai progetti ambiziosi che ti posso finanziare? Ma Gesù non è venuto a chiedere le sue cose, ma la sua stessa vita, l’ardore del suo lavoro, l’intelligenza dei suoi pensieri da applicare al suo Regno non a quello di mammona.
E Levi capisce: proprio me chiami? È me che vuoi? Con tutti i banchieri che ci sono ti rivolgi proprio a me? E alzatosi, messosi dritto davanti a Gesù, davanti alla vita, davanti a un nuovo futuro, nella dignità di tutta la sua umanità, provocata da questo invito a risorgere, lo seguì.
Gli è andato dietro, lo ha messo davanti a se come una meta, una forza irresistibile, una luce abbagliante, un calore confortante ed è diventato apostolo, mandato ad annunciare, non più seduto a contare.
Ha una sua vita di relazione, i suoi amici, sicuramente deve giustificare loro perché abbandona la sua ricca posizione sociale per correre dietro a un predicatore che non si sa quanto raccomandabile sia; sta di fatto che vuole che Gesù incontri questa sua potente fasciatura, cioè tutto il mondo di pubblicani che lo accerchia.
E Gesù va con grande scandalo dei benpensanti a sradicare certezze e a portare la sua speranza. Gesù non disdegna nessuna delle nostre mense, si fa compagno di tutti, non ha paura, vuole solo la nostra felicità. Li vede spaesati, ma lui li aiuta a alzare lo sguardo al cielo: è venuto per loro, non per stare nelle sacrestie del tempio a morire di fumo di animali bruciati!
Questo Gesù passa ancora per banche e agenzie, per fabbriche e uffici, per borse valori e università, per corsie d’ospedale e pronto soccorso e punta il dito e dice “seguimi”.
Se lo ascolti avrai trovato la strada della felicità.
16 Gennaio 2021
+Domenico