Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 2, 23-28)
Avrai anche ragione a dire che la vita cristiana è una vita di gioia e di serenità, ma ci sono dentro tanti elementi o obblighi che stridono con la nostra felicità, per esempio al Messa della domenica: ho solo un giorno libero a settimana, finalmente posso fare di testa mia, posso stare un poco di più in famiglia, devo sgranchirmi un po’ il mio corpo con dello sport, devo incontrarmi con i miei amici, sperando che questa pandemia finisca e non ci torturi ancora con questa distanza fisica e le mascherine, e la Messa dove la metto?
Gli ebrei a Gesù ponevano altre domande, forse contrarie alle nostre, ma “dello stesso tipo”: Il sabato era una giornata di assoluto riposo, ne venivano contati anche il numero dei passi che si potevano fare, senza offendere Dio l’Altissimo, le azioni anche semplici da evitare, le lodi a Dio da “esternare” …I discepoli di Gesù a questa pratica del sabato, presi dall’entusiasmo di vivere con Lui, lo sposo con cui vivere felici, si permettevano nella loro vita di pellegrini per le strade della Palestina con Gesù, di cogliere qualche spiga di grano nei campi di sabato e farsi passare la fame.
Ciò creava scandalo tra i farisei: “Come? tu Gesù sei venuto a richiamarci a una vita religiosa nuova e non fai osservare quello che per noi è un assoluto, il sabato?”
Chi era qui l’assoluto? Una legge o la persona?
Gesù quindi dice non è che Dio imprigioni l’uomo nel sabato, ma è il sabato che deve essere per l’uomo: non c’è contrasto tra un sabato da donare a Dio o all’uomo, mettendoli in contrasto perchè Gesù è l’uomo-Dio, dopo l’incarnazione non si può fare questa contrapposizione.
Non è la legge del sabato che dà lode a Dio, ma lo spirito di chi lo vive, spirito che sta nella dignità della persona umana, che lo apprezza e lo offre al Signore. Il sabato era diventato una gabbia che non poteva sempre tenere in conto la vita della persona.
Non è certo così il nostro caso quando ci disinteressiamo della domenica come giorno del Signore, perché ne abbiamo cancellato il Signore e al centro ci siamo messi noi.
Non pensiamo nemmeno lontanamente di contestare una precettistica umiliante, noi contestiamo lo stesso Signore, la dimensione spirituale della nostra esistenza che ha bisogno di esprimersi anche attraverso dei segni, degli spazi che dedichiamo a Lui con i nostri fratelli e non disinteressandoci mai dei loro bisogni vitali, che hanno sempre se non la precedenza, almeno la coscienza in noi di amare Dio nella risposta ai loro bisogni … ma abbiamo bisogno di dare del tempo al Signore, per renderlo evidente nella nostra vita!
19 Gennaio 2021
+Domenico