I suoi parenti lo ritengono pazzo

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 3, 20-21)

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Per una qualsiasi grande impresa, una volta stabilita la squadra che la progetta e presiede, si aggregano tutte le persone che ne possono condividere gli obiettivi, i passi concreti, le tappe intermedie … insomma, si creano i collaboratori, che sicuramente dovranno comprendere e contribuire al raggiungimento degli stessi scopi e ideali, e lavorare assieme.

Questo avviene anche per la squadra che si è creato Gesù, ma c’è ancora qualcosa da chiarire proprio riguardo a tutti coloro che saranno chiamati a lavorare per il suo regno: essere dentro ed essere fuori … sono due parole semplici che descrivono la riunione in una casa che Gesù fa con tutti i suoi, e che ha la capacità di aiutare a chiarire la posizione di chiunque vuol lavorare con Gesù.

In questa casa si raduna molta folla – dice il Vangelo – in modo che non potevano neppure prendere cibo … perché non possono prendere questo cibo? Teniamo sempre presente che il Vangelo è stato scritto per la Chiesa, cioè per noi, non è mai solo la cronaca di un avvenimento da giornale.

Il motivo per cui non possiamo prendere quel cibo ci viene subito spiegato: intanto la parola cibo è piena di molti significati, che vanno oltre quello del mangiare. Basta richiamare alcune frasi importanti di Gesù … “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” … “vero cibo è fare la volontà del Padre” … “il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo…

Il racconto del Vangelo dice tutte queste parole, e … “I suoi escono per impadronirsi di lui perché pensano che “è fuori di sé” : questi parenti siamo noi, che pur essendo nella chiesa non crediamo alla sua parola, pensiamo che lui sia pazzo, la sua parola è follia per chiunque abbia buon senso.

Noi quindi non possiamo prendere questo cibo che dà la vita ogni qual volta vogliamo evitare la croce in nome del “buon senso”: San Paolo ci dirà che “la follia di Dio è più sapiente degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini”.

Noi quindi ci impadroniamo di Lui quando in noi prevale il buon senso umano sulla sapienza di Dio! Sulla croce di Cristo infatti Dio ha convinto di stupidità e di inutilità tutta la sapienza e la forza umana.

Non basta quindi essere dei suoi, essere cristiani da generazioni e “per tradizione” per prendere quel cibo che dà la vita: bisogna seguire la logica del Vangelo, senza addomesticare o “adattare” il pensiero di Dio al pensiero degli uomini.

Seguiranno poi gli scribi e i farisei, che grideranno allo scandalo che provoca Gesù, quasi sia un demonio, che dà a lui la possibilità di fare miracoli.

Insomma … Gesù è da seguire, e noi dobbiamo accogliere nel profondo ogni sua parola che è parola di vita eterna.

23 Gennaio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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