Agnelli capaci anche di farsi carico dei lupi

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 10, 1-9)

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Ieri abbiamo apprezzato il grande amore di Gesù per san Paolo, che si è convertito a contatto con Gesù, che aveva guadagnato la sua conversione, come del resto ogni conversione, pure le nostre, sulla croce.

Oggi siamo aiutati a vivere la nostra missione di cristiani da due grandi discepoli santi di Paolo, Timoteo e Tito: hanno imparato da Paolo la tensione della missione, la decisione di testimoniare ovunque Gesù, il suo coraggio e la sua dedizione al Vangelo.

«Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi» è la verità nuda e cruda che Gesù dice ai suoi discepoli che dovevano cominciare da soli a predicare il Vangelo, a far nascere anche in tante altre persone la speranza che avevano visto in Lui.

Il bene è sempre osteggiato … il Vangelo che sembra un bel messaggio di pace crea reazioni incontrollate: il male è pronto a soffocare il bene.

La sua parola è una spada, il suo messaggio un fuoco, il regno di Dio una sfida: è il mistero della cattiveria dell’umanità che indica quanto il male si è radicato dentro di noi, nelle nostre relazioni, nei tessuti sociali.

Uno che vive di furti, non accetta chi gli dice che non può rubare; uno che vive di inganni non si adatta a perdere il suo potere; chi ha impostato la vita sullo sfruttamento non accetta di essere richiamato alla giustizia e di cambiare soprattutto comportamento; lo spacciatore cui vengono sottratti i clienti, perché qualche sforzo educativo riesce a far rinsavire i giovani, non perde impunemente i suoi facili guadagni.

Siamo comunque spesso di fronte al rifiuto: l’annunciatore rifiutato, non si scaglia contro chi lo maltratta e rifiuta il dono di Dio, ma dice “ahimè per te”, denuncia il male, ma ne porta su di sé la ferita e realizza in questo modo l’offerta estrema della salvezza, che è data a tutti senza condizioni, anche a chi rifiuta.

La stessa cosa la fece il Signore Gesù in croce, rifiutato da tutti: chi rifiuta si perde, ma questa perdizione si riflette su colui che è rifiutato, sul missionario, sull’apostolo, su Paolo, su Timoteo e Tito.

Il dramma dell’amore non amato, che non rinuncia mai ad offrirsi, è l’orizzonte in cui si staglia sempre la salvezza, negata a nessuno e donata a tutti: così si percepisce e si sperimenta la serietà del dono e la gratuità dell’amore di Dio, che sa perdersi per ogni perduto, dell’apostolo quindi, del testimone, del cristiano in uscita, che si carica sulle spalle il dono della salvezza da impetrare col dono della sua vita per tutti, come ha fatto appunto Gesù.

Quando san Paolo si reca a Gerusalemme per l’incontro con gli apostoli, porta con sé Timoteo il circonciso, insieme con Tito l’incirconciso, ambedue provenienti dal paganesimo, e riunisce nei suoi due collaboratori simbolicamente gli uomini della legge e gli uomini delle genti, rappresentando così il travaglio dell’annuncio e della convivenza con il mondo giudaico dei primi cristiani e dell’apertura a tutto il mondo dell’annuncio della fede in Gesù.

E’ la bellezza della universalità della nostra fede, della apertura del cristianesimo ad ogni uomo o donna e dell’orizzonte di ogni cristiano testimone.

26 Gennaio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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